L'omaggio
Storie di sopravvissuti, l’omaggio alla memoria
Ci sono storie che sfuggono al tempo, ma che tornano a cercarci quando la memoria collettiva rischia di spegnersi. Ieri mattina, nel Salone degli Arazzi del Palazzo del Governo, l’eco degli internati italiani nei campi di concentramento del Reich ha ritrovato voce e volto.
Durante la cerimonia, in occasione della “Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi”, sono state consegnate tre Medaglie d’Onore ai familiari di Raffaello Battini, Galileo Caselli e Nando Malacarne, militari che dopo l’8 settembre 1943 scelsero di non collaborare con la Rsi e la Germania nazionalsocialista.
La figlia di Battini, Cristiana, racconta: “Per tantissimo tempo mio padre non ha voluto parlare di quell’esperienza. Si sentiva in debito con chi non era tornato. Nel campo ha avuto una grave pleurite, si è salvato per miracolo grazie a un medico italiano”.
Luca Caselli, nipote di Galileo, spiega: “Mio padre aveva iniziato a raccogliere la documentazione su mio nonno, poi io e mio fratello abbiamo voluto completarla. Gli internati militari italiani non godevano delle tutele dei prigionieri di guerra: per sopravvivere dovevano arrangiarsi con quello che lasciavano i tedeschi. Tutti ricordano soprattutto il freddo”. E aggiunge: “Va sottolineata la differenza fondamentale tra gli Imi e i prigionieri di guerra: questi ultimi ricevevano pacchi e visite della Croce Rossa, noi invece eravamo privati di tutto e costretti a sopravvivere tra mille difficoltà”.
Paolo Malacarne ricorda il padre Nando: “L’ufficiale italiano chiedeva di schierarsi con i tedeschi, ma mio padre, come tanti, si rifiutò e fu deportato. Fu internato in Cecoslovacchia, lavorava dodici ore al giorno, mangiava solo bucce di patate e arrivò a pesare 39 chili. Dopo quasi due anni tornò a casa irriconoscibile, ma sempre orgoglioso di non essersi piegato. È importante che queste vicende vengano ricordate”.
Al termine della cerimonia, la commozione e il ricordo hanno coinvolto tutti i presenti. Le medaglie alla memoria sono un riconoscimento ufficiale assegnato dal Presidente della Repubblica, che ricorda il percorso e i sacrifici dei tre cittadini senesi che hanno sofferto e patito l’asprezza dei campi di concentramento. Oggi questi riconoscimenti rappresentano un segno concreto di memoria, consegnando alle nuove generazioni la testimonianza di una pagina importante della storia nazionale e anche quella più intimamente familiare.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy