Il caso
tribunale di Siena
Il Tribunale di Siena ha condannato a 3 anni di reclusione, 1 anno di libertà vigilata e 5 anni di interdizione dai Pubblici Uffici il piromane 60enne arrestato nell’estate 2024 dai Carabinieri Forestali mentre tentava di appiccare il fuoco in un bosco nel Chianti. Oltre al tentato incendio, per il quale era già stato giudicato e condannato a 1 anno e 6 mesi, l’uomo è stato ritenuto responsabile di altri 4 incendi dolosi avvenuti nella stessa zona nel mese di luglio.
Fu messo in manette lungo la provinciale 73/B in direzione Gaiole in Chianti, sorpreso dai Forestali mentre cercava di appiccare le fiamme ai margini della boscaglia. Il piromane era intento a gettare dal finestrino dell’auto, nella vegetazione secca e altamente infiammabile a bordo strada, un foglio di giornale cui aveva dato precedentemente fuoco con un accendino, poi rinvenuto nella tasca dei pantaloni. Il principio di incendio fu immediatamente domato, evitando conseguenze più gravi. Per questo reato di tentato incendio, in udienza la Procura aveva chiesto 2 anni di pena e il giudice l’aveva fissata in 1 anno e mezzo.
Ma quello non era stato l’unico episodio. Le indagini successive hanno permesso di attribuire allo stesso uomo la responsabilità di altri quattro roghi, tutti avvenuti nella stessa zona e nello stesso periodo. Le fiamme avevano divorato ettari di bosco, minacciato abitazioni e messo in pericolo alcune aziende agricole. In aula, la Procura aveva chiesto per il piromane, difeso dall’Avv. Alessandro Betti, la condanna alla reclusione e il Comune di Gaiole, costituitosi parte civile e difeso dall’avvocato Federica Barone Bombagli in collegio con il collega Gabriele Cresti, aveva chiesto il risarcimento delle spese sostenute per le operazioni urgenti di estinzione del tentato incendio e il risarcimento del danno d’immagine per lo stesso e per gli altri 4 incendi contestati all’imputato. Il giudice ha ritenuto opportuno fissare la pena complessiva a 3 anni di reclusione (e 5 anni di interdizione dai Pubblici Uffici) e il risarcimento danni per il Comune di Gaiole in Chianti.
Il sindaco di Gaiole in Chianti ha espresso soddisfazione per quella che può essere definita una condanna esemplare, che lancia un messaggio chiaro: i reati ambientali, soprattutto quelli che mettono a rischio vite umane e patrimonio naturale, non devono restare impuniti. Appiccare il fuoco nei boschi è un atto criminale a danno della comunità, che comporta conseguenze ambientali ed economiche, oltre ai rischi per le persone e gli animali. Ecco perché il Comune si è costituito parte civile.
Un risultato frutto di un grande lavoro di squadra e di una rete di collaborazione istituzionale e civile che ha permesso di difendere il territorio e garantire giustizia. L’amministrazione comunale ringrazia la Regione Toscana, intervenuta per sedare gli incendi, i Carabinieri Forestali coinvolti nelle indagini, nonché la Polizia Municipale e l’associazione di volontariato La Racchetta di Gaiole in Chianti.
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