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Il caso

Bar della droga a Siena, stop di 15 giorni

Il questore Angeloni ha deciso di fermare l’attività nel locale che veniva impiegato come copertura per trafficare droga

Caterina Iannaci

28 Settembre 2025, 12:29

Bar droga

Polizia, serrande giù per 15 giorni per il bar dello spaccio

La Questura di Siena ha disposto la chiusura per quindici giorni di un bar individuato come base operativa di un articolato traffico di cocaina gestito da un’organizzazione familiare. La decisione arriva al termine di una lunga indagine coordinata dal questore Ugo Angeloni e condotta dalla Squadra Mobile di Siena, con l’obiettivo di tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica, compromessi dall’attività illecita svolta all’interno del locale.

L’indagine, partita nel gennaio 2024, ha portato a importanti sviluppi giudiziari e operativi. Il titolare del bar, un uomo italiano di 53 anni, è stato posto agli arresti domiciliari, mentre un suo complice, di 35 anni, ha ricevuto l’obbligo di dimora nella provincia di Roma. Inoltre, sono state denunciate altre due persone legate al sodalizio familiare: la figlia del titolare, di 27 anni, e la compagna di 51 anni. Entrambe risultano già coinvolte in precedenti procedimenti, essendo state arrestate nell’agosto 2024 per spaccio e per il possesso di arma clandestina.

Le indagini hanno rivelato l’esistenza di un’organizzazione ben radicata nel territorio, in cui il bar e l’abitazione della famiglia rappresentavano i principali punti di distribuzione della droga. All’interno del locale, le cessioni di cocaina erano abilmente camuffate tra le normali attività di bar, creando così una copertura efficace per proseguire le operazioni illegali senza destare sospetti. Le perquisizioni svolte nelle abitazioni hanno consentito di sequestrare un quantitativo complessivo pari a circa un chilogrammo di cocaina, confermando l’entità del traffico gestito dal gruppo.

Un ruolo decisivo nelle investigazioni lo hanno svolto le intercettazioni telefoniche, nelle quali gli indagati utilizzavano un linguaggio codificato per evitare di essere scoperti, così come le videoriprese che hanno documentato i frequenti scambi con i clienti. L’attività di spaccio risultava dunque sostenuta da una fitta rete di utenti, che gravitava stabilmente attorno al bar. La sospensione della licenza è stata disposta come misura urgente e necessaria per interrompere il flusso di spaccio e disarticolare l’organizzazione.

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