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L'intervista

La Pinacoteca Nazionale di Siena entra nel futuro: un museo completamente rinnovato. Hémery: "Un nuovo scrigno per le opere"

Chiusura totale da dicembre a maggio per profondi lavori da quasi 3 milioni che daranno un volto diversi al museo. Nuovi impianti, tecnologia, percorso museale rinnovato e più accessibilità

Claudio Coli

28 Settembre 2025, 13:07

Axel Hémery

Axel Hémery, direttore della Pinacoteca di Siena

La Pinacoteca Nazionale di Siena entra nel futuro. Il museo statale, che annovera le più importanti opere dell’arte medievale senese, sarà completamente rivoluzionato entro il 2026 e mostrerà una veste completamente nuova, per mettersi al passo con i più importanti musei nazionali e internazionali. Tutto questo grazie a lavori da 2 milioni e 700mila euro, finanziati col PNRR, che cambieranno profondamente il volto della struttura, modernizzandola a livello tecnologico e impiantistico, migliorando la fruizione da parte di turisti e appassionati d’arte, grazie al ripensamento del percorso museale.

Per poter restituire un museo completamente rinnovato, saranno svolti lavori che porteranno alla chiusura completa da dicembre a maggio prossimo. Un sacrificio necessario, ma non vano, anche perché nel frattempo saranno portate avanti attività di catalogazione. E alla riapertura è pronta a essere svelata una nuova e importante acquisizione che arricchirà notevolmente la collezione legata al Seicento.

Finora sono stati già effettuati alcuni lavori, in relazione all’abbattimento delle barriere architettoniche, e da fine agosto è partito il disallestimento delle opere nel secondo piano, ma delle prossime settimane si entrerà nel vivo. A fare il punto della situazione, spiegando il dettaglio degli interventi in programma, è il direttore Axel Hémery, che da quando è arrivato a Siena – nel marzo 2022 – ha lavorato alacremente con l’obiettivo di imprimere un deciso cambio di passo.

Negli ultimi anni si registra infatti un forte periodo di crescita in termini di incremento del patrimonio, interventi conservativi, iniziative culturali da conferenze fino a concerti e performance artistiche, oltre ad attività educative per scuole e adulti, grazie anche al supporto dell’Associazione Amici della Pinacoteca Nazionale di Siena. Tutto questo si è tradotto anche in un aumento di ingressi, che sta a testimoniare un crescente riconoscimento del luogo da parte della cittadinanza e dei turisti. Durante il periodo di chiusura, inoltre, verranno potenziate le attività culturali e didattiche negli altri siti museali senesi e sarà pertanto l'occasione per conoscere meglio Palazzo Chigi Piccolomini alla Postierla, Villa Brandi e San Leonardo al Lago, le chiese della Madonna delle Nevi e del Santuccio.

Direttore Hémery, che lavori aspettano la Pinacoteca?

"Principalmente opere di ammodernamento, di efficientamento energetico, di climatizzazione, saranno installati nuovi dispositivi per un controllo climatico soddisfacente, tutti integrati nelle sale e “nascosti” per limitarne l’impatto estetico. Poi l’eliminazione delle barriere architettoniche e cognitive e altri lavori per migliorare l’accessibilità dell’ingresso, anche per gli ipovedenti. Il tutto per trasformare un museo di fine anni ottanta in uno del 2025".

Non solo interventi tecnici, sarà ripensato anche il percorso museale?

"Si lavorerà sull’aspetto estetico: sarà approntato un percorso più coerente e fluido, con una selezione più rigida. Le sale saranno definite da colori, sarà un museo più inclusivo e accogliente".

In questo senso, saranno migliorati i pannelli informativi?

"Saranno di tutti i tipi, gli utenti non hanno gli stessi tempi di attesa, c’è chi preferisce leggere testi scritti, chi ascoltare la spiegazione audio, chi utilizzare dispositivi interattivi. Non potremo accontentare tutti ma proveremo ad offrire più approcci possibili alle opere d’arte".

Perché secondo lei la Pinacoteca deve cambiare aspetto per affrontare le sfide del futuro?

"Il museo stava invecchiando, c’erano anche delle luci non sostituite, ma mancavano sempre i fondi. Ora possiamo regalare alle opere un nuovo eccezionale scrigno, il visitatore non si sentirà più prigioniero. Spesso ci si rassegna ad avere musei meravigliosi ma vecchi, poi quando si va all’estero si nota la grande differenza. È un momento necessario per fare il salto di qualità e proporre un museo all'altezza del contesto culturale della città e uno dei più interessanti d'Italia".

Sarà dunque una rivoluzione infrastrutturale, ma i contenuti restano gli stessi?

"Assolutamente, pur rispettando la dimensione intimistica del museo la bellezza delle sue opere resterà invariata, come direttore resto molto legato alla tradizione e credo fermamente che l’arte debba essere sempre protagonista, la tecnologia non deve trasformarla in gadget".

La lunga chiusura sarà un disagio?

"In parte sì, ma rappresenterà anche una fase utile alle collezioni, per attività di catalogazione, di inventario e di investigazione conservativa. Finora il catalogo del Torriti era l’unico strumento scientifico in tal senso, sarà sostituito da altri cataloghi realizzati da giovani studiosi".

Nel frattempo state lavorando a nuove acquisizioni?

"Stiamo seguendo un’acquisizione particolarmente importante, con risorse ministeriali. Sarà una novità assoluta e rivoluzionerà il catalogo delle opere seicentesche".

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