La lettera
Il policlinico delle Scotte
Una lettera indirizzata al direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria senese, Antonio Barretta, pone la questione dei rapporti tra la sanità pubblica toscana e le aziende israeliane. A scriverla è Stefano Corsini di Usb Pubblico impiego sanità Toscana, che invita l’Aou Senese a prendere una posizione netta sulla crisi in Palestina.
Nel testo, Usb parla di “crimini orrendi” che, secondo il sindacato, sarebbero in corso a Gaza, Cisgiordania e Palestina. “Decine di migliaia di morti”, tra cui più di 15.000 bambini, centinaia di medici e personale sanitario seppelliti sotto le macerie dei loro ospedali, si legge nella lettera. Usb sottolinea anche le difficoltà della missione umanitaria Global Sumud Flotilla, diretta a Gaza per fornire aiuti e rompere l’assedio.
Il sindacato richiama l’impegno etico dei lavoratori della sanità: “Non possiamo rimanere inermi” di fronte a ciò che sta accadendo, afferma la nota. Usb ricorda la partecipazione dei sanitari toscani alla giornata di digiuno del 28 agosto contro la situazione a Gaza, e la mobilitazione del 22 settembre, quando le piazze di tutta Italia si sono riempite di condanna e indignazione. Secondo l’organizzazione, la forte adesione alle iniziative rappresenta segno inequivocabile che la misura è colma e che dalle parole bisogna necessariamente passare ai fatti.
Da qui la richiesta rivolta alla direzione dell’Aou senese: “Chiediamo di interrompere immediatamente ogni contratto di fornitura con aziende farmaceutiche israeliane, in particolare con la multinazionale Teva, o riconducibili allo Stato di Israele e, parimenti, di interrompere qualsiasi relazione di partnership per la fornitura di tecnologie e presidi sanitari”.
Usb ribadisce che non è più il tempo dell’indifferenza e delle azioni puramente simboliche e ritiene che l’azienda ospedaliera abbia il dovere morale di “fermare la punizione di un intero popolo”. Il sindacato suggerisce inoltre che la Direzione generale si faccia portavoce presso la Regione Toscana di questa posizione e chiede la “immediata rimozione di Marco Carrai, console onorario di Israele, dalla presidenza della Fondazione Meyer, perché è inaccettabile che un rappresentante di uno stato che quotidianamente massacra e affama bambini innocenti, presieda una Fondazione che, invece, ne promuove la cura e il benessere”.
La lettera si conclude esprimendo la speranza che la Direzione generale accolga tali richieste e si impegni a sostenerle pubblicamente: “Confidiamo che, proprio assumendo questo obbligo morale, la Direzione Generale faccia propria questa istanza e se ne faccia anche portavoce nei confronti della Regione".
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