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Plusvalenze

Acquisto Osimhen dal Lille, spuntano le intercettazioni choc tra i dirigenti del Napoli: "Speriamo rifiutino, o dovremo darci alle rapine". Il caso sportivo si può riaprire? La rabbia dei tifosi juventini: "Disparità di trattamento"

I dialoghi dalle carte dell'informativa della Guardia di Finanza nel fascicolo dei pm: il processo prosegue a Roma, la giustizia sportiva ha già archiviato

Caterina Iannaci

08 Ottobre 2025, 13:51

Victor Osimhen

Victor Osimhen, oggi al Galatasaray, con De Laurentiis

Le chat tra i dirigenti del Napoli riaccendono l’attenzione mediatica sul caso Osimhen, affare da 70 milioni con il Lilla nel 2020 ora al centro di un’inchiesta per falso in bilancio. L’ad azzurro Andrea Chiavelli e l’allora ds Cristiano Giuntoli si scambiano battute pesanti mentre definiscono i dettagli dell’operazione: «Speriamo rifiutino... sennò dovremo darci alle rapine». Questo il messaggio di Chiavelli, riportato da Repubblica, nell’ambito delle intercettazioni e delle mail acquisite dalla Guardia di Finanza e contenute nell’informativa dei pm Lorenzo del Giudice e Giorgio Orano.

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis

L’udienza preliminare per il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e per Chiavelli è fissata per il 6 novembre. I magistrati sostengono che, per raggiungere la cifra richiesta dal Lilla, siano stati inseriti nel pacchetto il terzo portiere Karnezis e i giovani Luigi Liguori, Claudio Manzi e Ciro Palmieri, valutati complessivamente 20 milioni nonostante fossero destinati a squadre di Serie C e D e in alcuni casi non si siano mai recati in Francia.

Il clima tra i dirigenti napoletani appare teso. Il 17 luglio 2020, mentre si discute della bozza di accordo, Giuntoli scrive al vice Giuseppe Pompilio: «Sto fermo - infatti mi ha detto di mandarla, sperando che non accettino. Devo parlare con Aurelio. Che terrorista». Pompilio risponde: «Questo è terrorismo psicologico». Giuntoli insiste: «Terrorista. Scrivi che siamo stati fortunati che Amrabat e Kumbulla non sono voluti venire. Altrimenti bisognava giocare il campionato con Petagna». Pompilio lo ammonisce: «Non devi scrivere nulla. Tracce nelle mail non se ne lasciano. A voce quello che ti pare».

Non mancano perplessità anche in seno al Lilla. Julien Mordacq, direttore amministrativo e giuridico del club francese, scrive al ceo Marc Ingla: «È mio dovere metterti in guardia di nuovo a proposito dei rischi connessi a questo affare, in ragione degli elementi che ti ho esposto verbalmente. Ogni particolare ritenuto "strano" potrebbe generare domande sull’insieme di queste operazioni (accordi relativi a 5 giocatori) e bisognerà apportarvi elementi di risposta reali e giustificazioni».

L'ex ds del Napoli Cristiano Giuntoli

Secondo l’ex presidente del Lilla Gerard Lopez, la formula proposta permetteva al Napoli di pagare un prezzo inferiore, ma con un valore nominale utile per chiudere l’affare: «Questo, carissimi, vi permette di pagare un prezzo inferiore rispetto a qualsiasi altro club, ma con un valore nominale che è quello necessario per chiudere».

Il procuratore capo della Figc, Giuseppe Chinè

Il caso si riapre a livello sportivo? Tutto da vedere. Sulla questione è già giunta l'archiviazione, ma come sempre successo, i processi possono essere revisionati in caso di nuovi elementi precedentemente non a disposizione, come avvenuto per la Juventus: anche in quel caso ci fu una iniziale assoluzione, poi la revisione portò alla penalizzazione. Dunque andrà verificato se taluni fatti sono già stati vagliati o no.

Intanto serpeggia rabbia e delusione tra i tifosi della Juventus sopratutto nei social: si chiede parità di trattamento e ci si chiede come mai di fronte a tali intercettazioni la Procura Figc abbia deciso di archiviare.

Chinè - afferma il giornalista Mirko Nicolino - disse che la Procura di Torino era stata molto brava a trovare le carte segrete delle plusvalenze della Juventus. E che se altre Procure fossero state altrettanto brave..”

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