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Il caso

Rapporti con Israele, il Senato Accademico dell'Università di Siena boccia a maggioranza due mozioni

Cravos e dipartimento studi giuridici chiedevano l'interruzione di rapporti istituzioni e soggetti economici ritenuti "complici" del genocidio a Gaza

Claudio Coli

14 Ottobre 2025, 05:20

Siena Pro Pal

Manifestazione Pro Pal al Rettorato

Il Senato Accademico dell’Università di Siena ha bocciato le due mozioni, presentate sia dall’associazione studentesca Cravos che dal dipartimento degli studi giuridici, le quali chiedevano all’Ateneo di interrompere ogni accordo con le istituzioni e i soggetti economici israeliani che sono ritenuti dai proponenti “coinvolti nella violazione dei diritti umani, nell’occupazione dei territori palestinesi e nel genocidio a Gaza” e di recidere “l’accordo con la Leonardo spa e l’esercito americano”. La bocciatura dei documenti è giunta a maggioranza dopo oltre quattro ore di discussione interna al Senato, ottenendo nel caso della mozione presentata da Cravos, solo 4 voti favorevoli. Il documento era stato sottoscritto in meno di due settimane, e solo per quanto riguarda la comunità accademica dell’Università di Siena, firmato da oltre 1000 studentesse e studenti, 123 lavoratori e lavoratrici, 168 dottorandi e specializzandi e 170 docenti, ma non è riuscito a passare.

A sostenere la mozione anche la Cgil di Siena. La discussione è iniziata verso le 15 di ieri pomeriggio, e in contemporanea si è tenuto un sit in con circa sessanta ragazzi e ragazzi del comitato Pro Pal nel cortile del Rettorato, fra cori, cartelloni e striscioni. “Fuori la guerra dall’Università” hanno gridato a gran voce i manifestanti, che intorno alle 18.30, sono saliti all’interno del Rettorato portando avanti l'iniziativa per una decina di minuti, tanto che i lavori del Senato sono stati interrotti in via temporanea, in attesa che i presenti uscissero dall’edificio. “C’è delusione – ha commentato il rappresentante di Cravos in Senato Accademico, Samuele Picchianti, il quale ha presentato e argomentato la mozione - ma in parte ce lo aspettavamo. Rimaniamo comunque sbalorditi dalla decisione dell’Ateneo di non voler recidere certi rapporti, evidentemente sono ancora troppo stretti. Se ha inciso la contestazione al ministro Bernini? Non penso – sottolinea Picchianti – è da tempo che l’Università mantiene questa posizione”.

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