Il caso
Morte Mario Biondo, il caso fa ancora parlare
Questa sera Chi l'ha Visto tornerà a parlare del caso della morte di Mario Biondo, noto cameraman televisivo, che rimane uno degli eventi più controversi e dibattuti dell’ultimo decennio: la sua scomparsa ha generato da subito dubbi e sospetti, dando origine a un lungo percorso giudiziario e mediatico. Biondo, 35 anni, venne trovato senza vita il 30 maggio 2013 nella sua abitazione a Madrid, città in cui viveva con la moglie, la conduttrice italiana Raquel Sanchez Silva. I due si conobbero nel 2011 durante il programma tv “Supervivientes”, la versione spagnola dell’Isola dei Famosi, in cui entrambi lavoravano in Honduras: lei come inviata, lui come operatore. Una storia d’amore culminata nel matrimonio l’anno successivo, il 22 giugno 2012 a Taormina.
Mario Biondo fu scoperto impiccato nel suo appartamento, in un primo momento accolto come un caso di suicidio dalle autorità spagnole. Il cadavere di Mario fu trovato nella loro casa di Calle Magdalena, mentre la moglie, la presentatrice Raquel Sánchez Silva, era lontana per lavoro. La prima autopsia spagnola avallò la tesi del suicidio, ipotizzando anche la possibilità di un incidente durante una pratica autoerotica, ma la famiglia contestò fin da subito questa versione evidenziando alcune incongruenze, come la posizione del corpo e un livido sospetto alla testa. Due successive autopsie in Italia confermarono ufficialmente il suicidio, ma il padre e la madre di Mario non hanno mai smesso di chiedere verità e giustizia.
Nel 2022 il giudice per le indagini preliminari di Palermo, Nicola Aniello, archiviò formalmente l’inchiesta per decorrenza dei termini, ma senza escludere che la morte possa essere stata un omicidio travestito da suicidio. In particolare, il tribunale italiano rilevò la presenza di elementi indiziari che farebbero pensare a una messinscena per nascondere un delitto.
La svolta più recente arriva da Madrid, dove un Tribunale provinciale ha per la prima volta accettato la possibilità che la morte non sia stata un suicidio. Nel provvedimento vengono citate “numerose prove periziali” e una sentenza di Palermo che legittimano questa ipotesi, mettendo in evidenza le lacune nelle indagini iniziali, soprattutto l’assenza di attività investigative immediate, come intercettazioni o perquisizioni, che avrebbero potuto chiarire meglio la dinamica della morte. Nonostante ciò, il tribunale spagnolo ha respinto l’appello dei familiari perché il caso è da tempo passato in giudicato.
Nel corso della puntata del 16 ottobre 2025 di Officina Stampa, programma di approfondimento giornalistico condotto da Chiara Rai, la madre di Mario, Santina Biondo, ha annunciato con emozione che la giustizia spagnola ha ufficialmente riconosciuto che la morte del figlio non è stata un suicidio. “Finalmente la Spagna ha riconosciuto che si è trattato di un omicidio. Scrivono chiaramente che non si è trattato di suicidio”, ha detto Santina, sottolineando il peso emotivo di questo importante riconoscimento che arriva dopo oltre un decennio di denunce e perizie tra Italia e Spagna.
Il percorso è stato estenuante. Tutto è iniziato con l’ordinanza nel 2022 del GIP di Palermo, Nicola Aiello, che aveva evidenziato elementi chiari di omicidio nella morte di Mario, tra cui contraddizioni nelle deposizioni e reticenze sui giorni prima del decesso. Nonostante ciò, la Spagna aveva archiviato il caso, citando un presunto “passaggio in giudicato” in Italia. Santina ha precisato: “Il caso di mio figlio non è passato in giudicato. Nessuno è stato accusato, nessuno assolto, perché non c’è stato alcun processo. Solo alcune persone sono state sentite come testimoni tramite rogatorie internazionali”.
I genitori di Mario Biondo
Il nuovo sviluppo è stato possibile grazie a denunce mirate presentate in Spagna e alle perizie medico-legali e antropometriche dei consulenti della famiglia. L’Audiencia Provincial spagnola ha preso in esame l’intero fascicolo, riconoscendo che la morte costituisce un omicidio, ma ha motivato l’archiviazione con presunte carenze investigative italiane, una giustificazione duramente contestata dalla famiglia.
Santina ha denunciato anche la mancanza di collaborazione: “La Spagna ha rifiutato di fornire dati su persone chiave coinvolte, nonostante precise richieste da parte delle autorità italiane. Abbiamo le prove che l’Italia ha fatto richieste specifiche su alcune persone, ma la Spagna ha risposto di no. Questa decisione è ingiusta e i nostri legali a Barcellona chiederanno l’annullamento della risoluzione. Se necessario, ci rivolgeremo alla Corte Costituzionale spagnola e, in caso di ulteriori ostacoli, alla Corte Europea di Strasburgo”. Le parole di Santina Biondo hanno trovato eco nella lunga copertura giornalistica di Officina Stampa e del quotidiano L’Osservatore d’Italia, che negli anni hanno supportato le tesi della famiglia e denunciato le anomalie nelle indagini.
Con voce rotta dall’emozione, Santina ha dichiarato: “Dodici anni di battaglie terribili, nove dei quali spesi tra denunce e richieste di giustizia in Italia, e oggi finalmente abbiamo la prova che si è trattato di un omicidio. Non mi fermerò finché non ci sarà giustizia per mio figlio, anche se le persone coinvolte non sono ancora state individuate”. L’ordinanza del GIP aveva evidenziato come “il comportamento della moglie di Mario e della sua cerchia familiare e amicale presentava indici sintomatici di sospetto”, richiedendo indagini più approfondite che però non sono state effettuate. Santina ha concluso il suo intervento con un appello alla giustizia internazionale: “Io voglio giustizia per mio figlio. Non importa quanto tempo ci vorrà, non importa quanto sia difficile. Dodici anni di attesa ci hanno insegnato che la verità può essere nascosta, ma alla fine, se continui a lottare, emerge”.
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