La storia
 
												Elisa Nicolucci e Sandra Di Mario, fondatrici dell'associazione
Da Siena una mano tesa verso Gaza. Un'associazione, fondata da quattro donne senesi e valdelsane, in due anni ha raccolto fondi per far sì che decine di persone possano lasciare la Striscia. Si chiama Dal fiume al mare e, dall'8 ottobre 2023, ha iniziato la raccolta fondi per aiutare i palestinesi che volevano uscire per andare in Egitto.
“Per farlo - raccontano Elisa Nicolucci e Sandra Di Mario, fondatrici dell'associazione - dovevano acquistare un visto dallo Stato di Israele a 5.000 dollari. Dopo la chiusura dei valichi, l'attività è diventata di supporto alla popolazione, sia psicologico che economico. Nel frattempo, dall'originale gruppo di persone, ci siamo costituiti in associazione. Qui nessuno si augura la distruzione di nessuno: al contrario, si vuole conservare la memoria di una terra dove per secoli le popolazioni di tutte le religioni hanno convissuto”.

Le due donne proseguono: “In questi anni sono state sostenute tante persone, che originariamente erano 5 grandi famiglie. Una di loro è stata decimata dal genocidio. Solo tre persone sono rimaste, una ragazza ventenne, Aya, e le sue sorelline più piccole. Aya, oltre a sopravvivere e muoversi più volte nei tanti spostamenti imposti dalle milizie e dai bombardamenti, ha trovato la forza di non mollare i suoi studi in farmacia. Le abbiamo aiutate a comprare una tenda per sopravvivere al freddo. Invece Sarah, dopo la chiusura dell'università di Gaza, ha potuto continuare gli studi online con un altro campus, completando il suo percorso accademico in architettura. I suoi disegni sono diventati i nostri gadget, realizzati anche grazie alla collaborazione di molti amici e associati. Le offerte ricavate vendendo tali oggetti, con le immagini di speranza create durante la guerra, hanno permesso di raccogliere fondi per sostenere lte famiglie. Quest' estate le vendire sono andate bene a tanti eventi”.
Giungono adesso le manifestazioni di gratitudine all'associazione, composta perlopiù da donne. Lettere e email in italiano e inglese con cascate di affetto e ringraziamenti. “In quei giorni bui, quando la guerra scoppiò a Gaza e tutto è caduto a pezzi, non avevamo elettricità, acqua, connessioni, e tutto urlava morte - scrive Sarah. - Ho deciso che la mia laurea non sarebbe stata solo un certificato ma un grido di speranza che sale dalle macerie. Ho trovato conforto e luce nei miei amici italiani, che non mi hanno mai lasciato sola, hanno preso i miei disegni e li hanno trasformati in speranza. Borse, blocchi, gadget, magliette: ogni pezzetto è come un sussurro di speranza.
Nonostante la guerra, il loro sostegno è divenuto il ponte che mi ha portato al giorno della mia laurea. Oggi sono un architetto. Sogno di costruire un futuro per la mia patria e i suoi sacrifici”. Anche Aya scrive a mano, in italiano, la lingua che sta studiando, ringraziando l'associazione senese. “Sono la ragazza a cui avete regalato un altro inverno - le sue parole - A tutti gli amici di Sandra e di Elisa, e a tutti coloro che donano per le nostre vite, grazie per averci regalato un altro inverno caldo in un momento in cui il mondo ha mostrato tutta la sua durezza. Grazie mille volte, ancora una volta e per sempre. Spero arrivi il giorno in cui potrò abbracciarvi tutti , dirvi quanto sono grata, e che i dolori si siano trasformati in rose nelle strade. Avete creato una rivoluzione quando era necessario. Una rivoluzione umana che invoca il coraggio come principio nobile. Il mio cuore è con voi ad ogni passo”.
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