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L'evento

Siena, gli studenti affrontano il tema della morte

Dai riti antichi, fino ai social e l'intelligenza artificiale, come è cambiata l’elaborazione del lutto nella società: interessante iniziativa organizzata da So Crem

Caterina Iannaci

01 Novembre 2025, 08:05

So.Crem

So.Crem, successo per l'evento alla sala dei Mutilati

a concezione della morte e della sofferenza dall'antichità fino al mondo odierno dei social, da quando il dolore era sacro e privato fino all'esibizionismo dei social. Con l'intelligenza artificiale che fa "rivivere" i defunti riscrivendo ogni teoria dell’elaborazione del lutto: So Crem Siena, la società della cremazione, ne ha discusso ieri mattina con un centinaio di studenti delle scuole superiori nel corso di un partecipato evento dal titolo "Da Accabadora... ai social".

In una sala dei Mutilati stracolma, i relatori - il professor Pietro Cataldi e il tanatologo e filosofo Davide Sisto - hanno affrontato il delicato argomento, collegato ai temi del fine vita e della cremazione, analizzando come l'uomo ha vissuto ed elaborato la morte e superato il dolore. Prima i riti antichi legati al passaggio a miglior vita, da qui è partito l’intervento di Cataldi, incentrato sul noto libro “Accadabora” scritto da Michela Murgia, poi la funzione moderna delle piattaforme social Instagram, Facebook e Tik Tok, spiegata dal tanatologo Sisto: i moderni canali come nuovi altari della memoria tra foto, messaggi, ricordi condivisi e frammenti digitali, che continuano a parlare di noi, anche dopo.

Un metodo nuovo, per certi versi positivo, di elaborare il lutto, insidiato però dal ruolo invadente, e inquietante, dell'intelligenza artificiale, capace ormai di produrre gli "spettri digitali" dei morti, veri e propri avatar con cui dialogare. Gli stimolanti temi sono stati dibattuti con i numerosi studenti, fra domande e riflessioni. “I social – ha spiegato Sisto - permettono di dare visibilità a quello che non vogliamo vedere, intercettano riti, tradizioni e comportamenti che fanno riflettere sul nostro tabù e sul modo corretto per affrontare il confine tra vita e morte. L’intelligenza artificiale crea più problemi – osserva - poiché il defunto può continuare a dialogare con vivi, e questo per le persone più fragili può essere un’enorme difficoltà ad elaborare il lutto. È una innovazione da monitorare attentamente”.

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