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La vertenza

Beko Siena, un anno dopo rinasce la speranza. I sindacati: "Nuovo soggetto industriale operativo dal gennaio 2027"

Il 6 novembre 2024 la doccia gelata della dismissione dello stabile, che il 28 novembre terminerà la produzione. Entro dicembre gli operai saranno 170, prossimo incontro il 17 al Ministero

Claudio Coli

07 Novembre 2025, 06:07

Sindacati Beko Consiglio comunale

I sindacati Beko in Consiglio comunale

Erano presenti anche i lavoratori Beko e le rappresentanze sindacali nell’aula del Consiglio comunale, durante la discussione sulla delibera del DUP che ha avviato il percorso di creazione della società con Invitalia per il rilancio dello stabilimento di viale Toselli, la Sviluppo Industriale Siena (il prossimo passaggio in Consiglio sarà per lo statuto). Soddisfazione tra i sindacati per questo dovuto ma importante passo, avvenuto a un anno esatto di distanza da quel 6 novembre 2024, quando arrivò la chiusura del sito senese. Tanto è stato fatto, tanto ancora andrà fatto: il faro è puntato adesso sul 17 novembre, quando si terrà al Ministero l’incontro per delineare il futuro della reindustrializzazione del sito senese. “In quella data – spiega Daniela Miniero, Fiom Cgil – speriamo di poter avere indicazioni più precise sul soggetto, o sui soggetti, individuati per subentrare”.

I nuovi investitori si troveranno in pancia un numero di lavoratori dimezzato. Da 299 operai in organico all’inizio della vertenza, entro il 31 dicembre se ne conteranno circa 170. Prima della fine dell’anno ci saranno infatti altre 56 uscite dall’azienda, con le conciliazioni che proseguono in questi giorni: “C’è dispiacere da un lato – aggiunge la Miniero – ma dall’altro avremo un numero di lavoratori più contenuto e appetibile per chi arriva”.

L’altra data segnata è quella del 28 novembre, che sarà a suo modo storica. Lo stabilimento Beko, dopo 58 anni di attività, chiuderà i battenti e sarà fermata la produzione di lavatrici: sindacati e lavoratori hanno organizzato un evento simbolico ad hoc alla presenza di istituzioni e parti politiche, che vuole essere propositivo verso la nuova era. “Il 2026 sarà un anno di attesa – spiega Massimo Martini, segretario Uil Uilm – e di formazione lavorativa per chi rimane. Da dicembre lo stabile sarà sgomberato per essere riqualificato, si pensa, entro aprile-maggio. La speranza, se tutto andrà bene, è avere il nuovo reindustrializzatore operativo per il gennaio 2027”.

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