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Cronaca

Famiglia che vive nei boschi, si allarga la mobilitazione nazionale

Padre, madre e tre figli a contatto con la natura in un casolare senza elettricità: il tribunale deciderà a breve il destino dei minori

Marco Decandia

15 Novembre 2025, 12:36

coppia che vive nel bosco

La storia di Catherine, australiana, e Nathan, inglese, la coppia che abita nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti, e ha deciso di crescere la propria bambina di otto anni e due gemelli di sei in un vecchio casolare privo di elettricità e acqua corrente, continua a dividere l’opinione pubblica. La procura aveva iniziato a occuparsi della famiglia nel 2024, dopo un ricovero per una sospetta intossicazione da funghi: da quel momento erano emerse le condizioni dell’edificio, e la totale assenza di istruzione strutturata. Entro la fine di novembre il Tribunale per i minorenni dovrà decidere se i tre figli rimarranno con i genitori o se verrà disposto un affidamento, salvo che non si registri almeno l’introduzione di servizi igienici essenziali.

Tra gli alberi, con l’approvvigionamento idrico che arriva da un pozzo, la cucina a legna e il bagno all’esterno privo di scarico, questi pionieri del XXI secolo praticano l’unschooling, un metodo di apprendimento nato negli anni Settanta negli Stati Uniti e incentrato sull’esperienza quotidiana al posto dei programmi scolastici. “Non è una negazione della socialità – chiarisce Annalisa Vincenzi, consigliera de L'associazione istruzione in famiglia (Laif) – bensì un approccio che mette i bambini al centro, seguendo inclinazioni e curiosità”. Secondo i genitori, la natura offre ciò che la società moderna avrebbe perduto. Il legale, Giovanni Angelucci, rimarca che non sono mai stati rilevati segnali di maltrattamenti o disfunzioni familiari. “Le nostre regole sono semplici: aiutarsi, condividere, dire sempre la verità - hanno raccontato il padre e la madre prima a Le Iene e poi a Dentro la notizia. - Questa per noi è l’esistenza più autentica: abbiamo fiducia nel giudice”.

Intanto, una vasta mobilitazione popolare si è schierata a loro favore. La petizione lanciata dall’associazione Meta Parma (che si occupa di tutela degli animali) ha già raccolto oltre 14mila firme. Per i cittadini che l’hanno sottoscritta, il punto non è lo stile di vita inconsueto, ma la possibilità per i bambini di crescere immersi nell’ambiente naturale. Tra i commenti compaiono appelli accorati: “Non punite chi educa con amore”, “Lasciateli vivere sereni”, “Sono più equilibrati di tanti altri coetanei”. Resta da vedere se prevarrà l’idea della coppia, convinta che “la società sia avvelenata”, o se la magistratura privilegerà una lettura più rigorosa della tutela dei minori.

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