L'appuntamento
Pranzo per i soggetti fragili, la risposta del volontariato senese
Tutti allo stesso tavolo. Volontari e persone fragili, che nella Giornata mondiale dei poveri sono stati ospitati per un pranzo solidale alla Santissima Annunziata. A fare gli onori di casa il cardinale Augusto Lojudice, che con orgoglio porta avanti questo momento di condivisione voluto da Papa Francesco. Il tocco dell’arcivescovo è nell’offrire uno spaccato differenze a chi ogni giorno presta volontariato. Un centinaio di persone per una volta commensali (più una cinquantina di soggetti fragili). Per dare loro un turno di riposo a servire sono stati chiamati giovani delle parrocchie senesi. Dietro questa iniziativa un aspetto richiamato dallo stesso Papa Leone e sottolineato anche da Lojudice: “Questa giornata assume valore, perché porta dietro il messaggio di ritornare sul tema della povertà non come un accessorio, cioè una pura assistenza, ma ma il cuore profondo del Vangelo, quindi ovviamente di ogni cristiano e di ogni credente”.
A sorreggere la macchina della solidarietà tutta una serie di realtà che si è affiancata all’Arcidiocesi: dalla Fondazione Mps all’Arci, fino alle contrade. “Non servivano conferme per ribadire la capacità di Siena di rispondere ogni volta che viene chiamata in causa - ha evidenziato il cardinale -. Per come è sviluppata la città, con un articolazione di strutture, è quasi impossibile che un cittadino sia fuori da tutto. Se prendiamo le contrade, vediamo che oltre l’aspetto ludico, c’è un impegno profondo sul volontariato. Un esempio unico che non richiede insegnamenti. Quello che serve è la capacità di coordinare e di far lavorare insieme tutte queste realtà”.
Organizzazione frutto di quelle che Lojudice nell’omelia antecedente il pranzo, ha chiamato “pietre vive”. Minate però talvolta dalla politica. Non presa in generale, ma quella che assume “carattere di conflitto e che vuole mettere in cattiva luce l’altro” e che Lojudice non ritiene “giusta”. Il riferimento del cardinale è tutti coloro che strumentalizzano “certe situazioni che fanno parte della Chiesa ma che devono avere come unico scopo di essere realtà comunionali”.

Da un messaggio alto allo sguardo al territorio, segnato da un aumento della cassa integrazione e da situazioni di allarme sociale. “Stiamo superando la fase più critica. Questo grazie anche alle istituzioni con le quali siamo di continuo in contatto - ha precisato il cardinale -. Poi bisogna tenere a mente anche il contesto, perché in una città piccola come questa fa notizia. Però va detto che anche secondo le forze dell’ordine, non ci sono stati grandi reati commessi dai richiedenti asilo”.
A questo proposito il cardinale ha rimarcato l’esperienza positiva del tavolo interistituzionale sulla questione: “E’ stato un grande momento di confronto e di crescita per tutti, anche di conoscenza reciproca e questo me lo dimostrano anche le persone che comunque partecipano costantemente. Perciò continueremo questo lavoro. Oggi ci può essere l'emergenza dei pakistani in parte ridotta, magari domani ce ne può essere un'altra oppure non ci sarà più. La Chiesa è una porta spalancata sulla stra h24 che deve cercare di mettere insieme le forze e a organizzarle. Il territorio sotto questo aspetto a tantissime potenzialità”.
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