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I numeri

Violenza di genere, in provincia di Siena 226 donne hanno chiesto aiuto

Vania Cesaretti (Donna chiama donna): “Non abbiate paura di denunciare o di non essere credute”

Gennaro Groppa

25 Novembre 2025, 06:15

Vania Cesaretti

Vania Cesaretti, Donna Chiama Donna

Sono 226 le donne che da gennaio a oggi hanno chiesto aiuto nel territorio della provincia di Siena all’associazione Donna chiama donna. Settanta di loro lo hanno fatto nell’area senese, vale a dire nel capoluogo e nei comuni limitrofi.
In Valdichiana, invece, sono state 67 le donne che hanno chiesto protezione, aiuto e un sostegno nel corso del 2025 (dal 2003 a oggi sono state complessivamente 767 le richieste di aiuto). In Valdorcia si sono registrati 13 nuovi casi (di cui 10 donne italiane e 3 straniere). In Valdelsa in 76 si sono rivolte quest’anno all’associazione Donna chiama donna.

I numeri nel territorio sono in crescita, e sono allarmanti. Il 73% dei casi di codice rosa, dati Asl Toscana sud est, riguarda donne italiane, mentre il 27% riguarda straniere. L’incremento dei casi viene testimoniato dal numero delle donne in codice rosa della sud est: nel 2010 si registrarono 309 casi, nel 2024 se ne sono contati invece 676, quindi oltre il doppio.
L’associazione Donna chiama donna offre un sostegno alle donne in difficoltà e vittime di violenza. La realtà è attiva su tutto il territorio provinciale, con una propria sede senese, una in Valdelsa, una in Valdichiana e una per la Valdorcia-Amiata. Da marzo Vania Cesaretti è la presidente: oggi alle 17 parteciperà all’iniziativa Amore o stalking?, che si terrà nella Sala delle lupe di palazzo comunale, alla presenza anche dell’assessore comunale alle pari opportunità Micaela Papi.

“Lo stalking all’inizio può essere frainteso come una forma di affetto eccessivo - dichiara la presidente Cesaretti. - Poi però si trasforma in altro, con centinaia di messaggi e telefonate continue fino a quando la donna inizia ad avere paura. Vengono vissute situazioni terribili, finché la donna arriva a cambiare la propria vita, le proprie abitudini e orari. Una delle donne che quest’anno si è rivolta a noi ha vissuto una vicenda di questo tipo: si trovava un uomo davanti casa ogni volta che usciva. Alle donne che ci raccontano di avere subìto situazioni di stalking facciamo rispondere alle domande di un questionario, che si chiama Sara, attraverso il quale cerchiamo di stabilire una valutazione del rischio. Ci tengo a precisare che qualunque azione andiamo poi a intraprendere la valutiamo e la decidiamo sempre insieme alla donna interessata”.

I numeri relativi a questo fenomeno continuano a essere alti. La grande attenzione posta anche a livello mediatico sulla violenza di genere sembra non avere portato, ad oggi, a una diminuzione dei casi. Afferma Cesaretti: “Il lavoro da fare è enorme, si può dire comunque che rispetto all’epoca dei nostri genitori un cambiamento di mentalità, in generale, è stato fatto. Oggi c’è maggiore coraggio di denunciare questi fatti e queste situazioni. Io credo che il tragico caso di Giulia Cecchettin sia stato uno spartiacque. Alle donne io dico di non restare in silenzio e di non avere paura di non essere credute”.

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