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Il caso

Si finge la madre morta per incassare la pensione, ecco il dettaglio che l'ha tradito. Sospesa l'autopsia sulla salma, si indaga: non si esclude la morte violenta, possibile un complice. La situazione

Un 57enne ha lasciato in casa mummificata la mamma continuando a percepire le mensilità, e ha tentato di rinnovarne la carta di identità con un travestimento

Caterina Iannaci

25 Novembre 2025, 16:48

Mantova caso madre morta

Si traveste come la madre morta per incassare la pensione: smascherato

Sembra la storia del celebre film di Alfred Hitchcock, Psycho. Un uomo di 57 anni, infermiere disoccupato, ha messo in scena un tentativo di truffa davvero singolare, per continuare a percepire i 3mila euro di pensione della madre deceduta e tenuta mummificata in casa: si è presentato, travestito come sua mamma, allo sportello dell' anagrafe del comune di Borgo Virgilio (provincia di Mantova), con l'obiettivo di rinnovare la carta d'identità e continuare a incassare la cifra, che ammonta a circa 50mila euro all'anno, inclusa la reversibilità del marito della donna.

La truffa era ben congegnata: il 57enne si è presentato, come si evince dalla foto scattata per il rinnovo della patente e dai filmati della videosorveglianza, di tutto punto: capelli corti taglio femminile, trucco, camicetta fantasia anni Settanta, un giro perle e orecchini a clip old style, sembrando una normale signora. Quasi una Mrs. Doubtfire. Ma non tutto è andato per il verso giusto.

La prima a sospettare qualcosa è stata Fabrizia, una dipendente comunale, che ha raccontato così l'incontro a Tgcom24: "Non siamo riusciti a capire inizialmente se era la persona che avevamo contattato al telefono per il rinnovo del documento". "Si vedeva che era una figura mascolina, troppo alto per essere una donna anziana e anche la parrucca che indossava dava nell'occhio. A insospettirci poi la voce e il collo, in particolare il pomo d'Adamo pronunciato, e le mani che erano troppo giovani per l'età della signora. Era accompagnato da un'altra persona" racconta. "A quel punto, spinti dai sospetti, abbiamo preso tempo e chiamato le forze dell'ordine, lo abbiamo fatto attendere nella sala consiliare dove, quando è arrivata la polizia locale, ha avuto il malore" conclude la donna.

L'indagine sul caso

L'autopsia sul corpo mummificato della donna di 82 anni di Borgo Virgilio, come riporta la Gazzetta di Mantova, non è stata completata: "È stata iniziata e poi sospesa, perché il medico legale ha avuto difficoltà a sezionare un cadavere in queste condizioni", ha spiegato il tenente colonnello Giorgio Feola, comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Mantova. Il corpo, conservato dal figlio di 57 anni nella lavanderia di casa a Romanore, dovrà ora essere sottoposto a una TAC per verificare la presenza di eventuali lesioni. "In questa fase manteniamo aperte tutte le possibilità, dalla morte naturale a quella violenta", ha aggiunto Feola.

Il medico legale ha stimato che la morte risalirebbe a un periodo di due o tre anni fa, ma "si tratta di un caso molto complesso" che potrebbe richiedere l’intervento di altri esperti per approfondire l’esame del corpo. Nel frattempo le indagini proseguono, con un occhio attento anche all’ex professione dell’uomo: infermiere fino a cinque anni fa, avrebbe potuto utilizzare competenze specifiche per conservare il cadavere, ad esempio aspirando i liquidi con una siringa o iniettandone altri per evitare la decomposizione e gli odori sgradevoli.

L’inchiesta degli inquirenti non trascura neppure la vita sociale dell’uomo e della madre. Secondo quanto emerso, la famiglia viveva in isolamento: "Non avevano una vita sociale, non erano conosciuti in zona, il figlio è figlio unico, senza parenti o amici; in passato ha partecipato a qualche attività in chiesa", ha spiegato il comandante Feola. Infine, si sta accertando la presenza di una seconda persona che mercoledì scorso era apparentemente in compagnia del 56enne mentre si trovava all’esterno del Comune, ma i dettagli sono ancora in fase di verifica.

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