Il caso
Il Ghini in via Roma chiude dopo 140 anni
Un altro duro colpo per il commercio del territorio senese. Anche lo storico negozio di abbigliamento Ghini di Monteroni d’Arbia, in via Roma, capostipite di un brand divenuto di grande successo anche a Siena nel corso degli anni, ha deciso di mollare, dopo ben 140 anni di attività. L’annuncio è stato dato dai titolari sui social, un fulmine a ciel sereno per i tanti affezionati clienti del paese e del territorio. La fine di un’epoca perché Ghini nel territorio senese è da generazioni, fin dal fondatore Alfredo, agli attuali imprenditori, i nipoti Costanza e Federico, sinonimo di begli abiti, eleganza e prodotti di pregio.
“È stata una lunga avventura fatta di passione e dedizione, resa possibile grazie alla vostra presenza e al vostro sostegno – hanno commentato i titolari, Federico e Costanza Ghini – è stato un privilegio accompagnare generazioni di famiglie nei loro acquisti. Con voi abbiamo condiviso ricordi, chiacchiere, sorrisi e momenti speciali che porteremo sempre nel cuore. Grazie per averci fatto sentire parte della vostra storia”.
Lo storico store in Valdarbia però purtroppo non avrebbe retto, come molti altri, all’onda d’urto della crisi del commercio e della spietata concorrenza dell’online. Tra ieri e oggi il negozio è rimasto chiuso in vista della liquidazione delle merci che partirà da domani e proseguirà fino al 27 gennaio. “Vi aspettiamo per gli ultimi acquisti o anche solo per un semplice, graditissimo saluto. Saremo aperti tutte le domeniche”.
Forte dispiacere tra la clientela, si sprecano i commenti in rete. Ghini era una autentica istituzione. “Un altro pezzo di storia che si spegne”, “è sempre stato un punto di riferimento per Monteroni e con la chiusura si conclude un pezzo di storia cittadina”, affermano con amarezza i tanti clienti, amici e conoscenti che sottolineano come le loro famiglie si siano da sempre fornite dal Ghini: “Da un secolo e mezzo vestiva tutta Monteroni d’Arbia, grazie per la cortesia e gentilezza con cui ha sempre accolto i compaesani”, ricordano alcuni.
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