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La storia

Rossella Nappini, uccisa con 56 coltellate dall'ex che non accettava la fine della storia: il femminicidio, l'ergastolo e il murale in suo ricordo

Questa sera ad Amore Criminale su Rai3 il racconto dell'efferato delitto dell'infermiera, avvenuto il 4 settembre 2023 nel quartiere Trionfale di Roma

Caterina Iannaci

02 Dicembre 2025, 20:20

Rossella Nappini

Rossella Nappini, uccisa con 56 coltellate

Rossella Nappini, infermiera di 52 anni, è stata vittima di un brutale femminicidio avvenuto il 4 settembre 2023 nel quartiere Trionfale di Roma. È stata uccisa con 56 coltellate dal suo ex compagno Adil Harrati, 46enne di origine marocchina, che voleva sposarla principalmente per regolarizzare la propria posizione in Italia. La donna, che lavorava all’ospedale San Filippo Neri e viveva con sua madre, aveva deciso di interrompere la relazione con Harrati a causa della sua insistenza e delle violenze psicologiche subite. Rossella era molto riservata e non conosciuta nel vicinato, ma era impegnata nel sociale e si era occupata di una raccolta fondi destinata a un centro antiviolenza. Violenza di cui purtroppo però è rimasta vittima. La sua vicenda è protagonista della puntata di stasera di Amore Criminale, in onda sui Rai3 alle 21.20.

L'efferato omicidio nel portone del palazzo di casa

La sua fine è avvenuta nell’androne del palazzo dove abitava, colpita con 56 coltellate dall’uomo che non accettava la fine della loro storia. L’assassino l’ha lasciata morente in una pozza di sangue; Rossella è deceduta prima dell’arrivo dei soccorsi.

Il terribile racconto della sorella

La sorella è stata l'ultima persona a sentirla prima della tragica morte, come raccontato in aula durante il processo: "Ho sentito Rossella un'ora prima che venisse uccisa. Mi disse che quell'uomo l'aveva chiamata per vedersi e che lei aveva detto di no. Non era preoccupata ma quando pochi giorni aveva scoperto i suoi precedenti l'aveva lasciato e lui insisteva per vederla, si era incaponito". "Purtroppo questa volta non sono riuscita a salvarti. Una cosa è certa, starai vicino a papà come volevi. Riposa in pace sorellina mia". Questo è stato il suo saluto su Facebook.

Il procedimento giudiziario

Il processo, iniziato nell’aprile 2024 davanti alla Corte d’Assise di Roma, si è concluso con la condanna all’ergastolo di Harrati il 5 dicembre 2024, con l’aggravante della crudeltà e della relazione sentimentale. Un delitto che la Procura ha definito "violento e crudele", sostenuto dalla presenza di prove schiaccianti. Non è stata riconosciuta la premeditazione, ma la sentenza è stata definitiva, e l’uomo sta scontando la pena nel carcere di Rebibbia. La Procura ha dichiarato che l'imputato sperava nel proseguimento della relazione, tanto che si era ipotizzato un matrimonio che consentisse la regolarizzazione della sua posizione. Nel corso del procedimento si sono costituiti parte civile i familiari di Rossella e l’associazione "Insieme a Marianna", impegnata nella lotta contro la violenza sulle donne.

Il cordoglio

Da parte dei colleghi e delle associazioni di categoria è arrivato un unanime cordoglio e denuncia del fenomeno dei femminicidi. La collega infermiera De Palma ha espresso "dolore e sdegno per l’ennesimo omicidio brutale, una vera tragedia per la nostra categoria". Il vescovo Reina ha visitato la madre di Rossella, sottolineando il bisogno della società di combattere la violenza di genere. Rossella Nappini è diventata la 78ª vittima di femminicidio in Italia nel 2023, un numero che rimarca l'urgenza di azioni efficaci per proteggere le donne.

Il murale in suo ricordo

Per ricordare Rossella, alla stazione ferroviaria San Filippo nascerà un murale, un'opera d'arte che vuole rappresentare un omaggio a tutte le vittime di femminicidio. "Con questo murale vogliamo lasciare un segno visibile e permanente del nostro impegno contro la violenza sulle donne. La memoria non è un gesto simbolico, ma un dovere civico", ha dichiarato Sandro Chinni, consigliere M5S del municipio XIV (e infermiere all’ospedale Gemelli), promotore dell’iniziativa. "Dedicare l’opera a Rossella Nappini significa riconoscere il valore del lavoro delle operatrici sanitarie e trasformare una tragedia in un messaggio collettivo di consapevolezza e responsabilità".

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