La vertenza
Beko, fumata nera sulle mensilità aggiuntive
L’aria che tira all’uscita dello stabilimento non è delle migliori. I sindacati hanno la pretesa di tenere alta la vertenza Beko, garantendo a chi è rimasto dentro l’azienda un aiuto ulteriore rispetto ai mille euro e spiccioli previsti dalla cassa integrazione. Nello specifico due mensilità in più, tredicesima e quattordicesima, relative a 2026 e 2027. Anni dove il personale difficilmente però sarà impiegato nelle fabbriche, considerando i lavori di bonifica allo stabilimento e il successivo iter da finalizzare per arrivare alla completa reindustrializzazione.
Gli emissari del gruppo turco perciò si sono mostrati fermi nel rispedire al mittente la richiesta. La contropartita offerta si aggirerebbe sui 500 euro di welfare. A disposizione delle 158 persone che saranno a libro paga dal 1 gennaio. “Non siamo contenti perché non ci basta ora aspettare che arrivi il reindustrializzatore - ha evidenziato Daniela Miniero della Fiom Cgil -. Noi rappresentiamo 158 lavoratori che oggi sono rimasti agganciati ma per rappresentarli e difenderli fino in fondo dobbiamo fare in modo che loro possano rendersi autonomi economicamente”. I sindacati il 9 dicembre incontreranno i lavoratori per spiegare loro la situazione. “Noi non riteniamo la vertenza conclusa. Anzi, quella vera inizia adesso”, ha evidenziato Massimo Martini della Uilm, che poi, parlando di futuro, ha aggiunto: “Sui possibili potenziali reindustrializzatori non si sono sbottonati chiaramente perché Sernet sta ancora lavorando”. Domani nel sito di viale Toselli sarà presente Invitalia. “Saranno aspetti tecnici - ha spiegato ancora Martini -. Ma è probabile che si confrontino anche il Comune”.
Amarezza è stata espressa anche da Giuseppe Cesarano della Fim Cis: “Eravamo consapevoli che il difficile arrivasse adesso, quindi non siamo per niente contenti. Questi lavoratori dal primo gennaio saranno a zero ore, sono uscite 140 persone, ne sono rimaste 158. Il rischio è che con 1.100-1.200 euro queste persone non arrivano fino ai progetti di reindustrializzazione. Quindi l'invito che gli abbiamo fatto è di riconoscere la maturazione di alcuni benefici e mettere in campo tutti gli strumenti per far capire che questo sito riparte”. Ieri, intanto, i dipendenti hanno continuare a portare via le loro cose. Lo sgombero dei capannoni è già iniziato. Il domani resta però una pagina tutta da scrivere.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy