Il caso
Andrea Agnelli, il suo ricorso fa tremare il sistema giustizia sportiva
La Corte di Giustizia dell'Unione Europea, attraverso il parere dell'avvocato generale Dean Spielmann, ha dato ragione ad Andrea Agnelli e Maurizio Arrivabene, ex vertici della Juventus, aprendo una potenziale crepa nell'autonomia della giustizia sportiva italiana.
Dean Spielmann, avvocato generale Corte di Giustizia Ue
Il contesto del caso
Agnelli e Arrivabene furono inibiti per 24 mesi dalla FIGC e dalle autorità sportive UEFA e FIFA nel caso plusvalenze, per violazioni legate alla gestione dei bilanci juventini. I due impugnarono le sanzioni al TAR del Lazio, che rimise la questione alla CGUE interrogandosi sulla compatibilità dell'ordinamento sportivo italiano con il diritto UE, in particolare sul divieto per i giudici ordinari di annullare decisioni sportive. L'avvocato generale ha concluso che tale divieto viola i principi di effettività del controllo giurisdizionale europeo, consentendo ai tribunali nazionali di intervenire su sanzioni sportive illegittime.
Maurizio Arrivabene, ex ad della Juventus
Il parere dell'avvocato generale
Spielmann ha chiarito che un controllo giurisdizionale deve essere "effettivo", permettendo non solo risarcimenti ma anche l'annullamento diretto delle decisioni viziate e misure cautelari. Ha ritenuto le sanzioni compatibili con la libera circolazione solo se trasparenti, oggettive e proporzionate, ma ha bocciato il muro tra giustizia sportiva e ordinaria. Nota: si tratta di un parere non vincolante, ma la CGUE lo segue spesso; la sentenza finale è attesa nei prossimi mesi.
Possibili conseguenze
Se la Corte confermerà il parere, il TAR potrebbe annullare le inibizioni (già scadute per Agnelli), creando un precedente per altri dirigenti sanzionati. La FIGC e il sistema sportivo italiano potrebbero subire una rivoluzione: maggiore ingerenza dei giudici ordinari, riforme al codice di giustizia sportiva e rischi per casi passati come Superlega o plusvalenze. Questo "terremoto" potrebbe ridisegnare l'equilibrio tra autonomia sportiva e diritto UE, con impatti su CONI, FIGC e gerarchi come Chiné.
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