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Il caso

Inviti ad Albanese, docenti del Piccolomini di Siena schierati contro le ispezioni ministeriali. Il preside: “Non è la posizione dell’istituto”

Una cinquantina di firme sulla lettera di protesta

Vincenzo Battaglia

20 Dicembre 2025, 12:57

Liceo Piccolomini Siena

Il Liceo Piccolomini di Siena

E’ stata una presa di posizione abbastanza forte quella di un gruppo di docenti del Piccolomini di Siena, che hanno scritto una lettera per condannare le ispezioni ministeriali subite da alcune scuole per aver partecipato a un webinar di presentazione del libro Francesca Albanese, la relatrice dell’Onu che si occupa da vicino della questione palestinese.

“I docenti mi hanno inviato la lettera prima di pubblicarla – afferma il preside del Piccolomini Federico Frati. Non è una posizione dell’istituto, non potrebbe esserlo. Però non posso impedire ai docenti di manifestare liberamente il loro pensiero e in questo caso la preoccupazione per difendere la libertà di insegnamento, che è un principio sacrosanto che va sempre tenuto vivo. Bisogna capire se quello che è successo davvero intendeva ledere questo diritto.”

Nella lettera i docenti avevano scritto che le ispezioni non sono “un fatto isolato, ma si inseriscono in una sequenza di eventi che alimenta in noi una crescente preoccupazione sullo stato della libertà di insegnamento nel nostro Paese” e ancora che “la scuola, che dovrebbe essere il luogo privilegiato del pensiero critico, del confronto e dell’educazione alla cittadinanza, sia sempre più giudicata un intralcio, una controparte da sorvegliare e denunciare”.

Pertanto i docenti esprimono “piena solidarietà e il nostro sostegno a tutta la comunità scolastica degli istituti coinvolti nella recente polemica”. In qualche modo l’accusa di ambo le parti è strumentalizzare la scuola per fini politici.

Questa è una fase storica – prosegue Frati – in cui i docenti sentono il bisogno di ribadire che dentro il perimetro della democrazia il lavoro degli insegnanti deve essere rispettato e considerato intangibile rispetto a ingerenze della politica. Dall’altro punto di vista volevano vedere se in queste scuole che avevano partecipato al webinar si facesse un uso improprio del momento formativo schierandosi su posizioni ideologiche e politiche. Quindi è come se ci fosse un’accusa simmetrica. Questo non significa essere indifferenti ai problemi del mondo, perché la scuola lavora sul spirito critico degli studenti ed è l’elemento cruciale del percorso formativo”.

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