Il processo
tribunale di Siena
Sono arrivate ieri le decisioni del Tribunale di Siena in relazione al caso del presunto traffico di finte badanti che aveva come base Chianciano Terme e la provincia senese del sud, e come protagonista una società di servizi locale. Erano otto i soggetti finiti in udienza preliminare davanti al gup Andrea Grandinetti, che ha disposto, col rito abbreviato, quattro condanne per alcuni reati legati all’immigrazione illegale, a vario titolo da 1 anno e 8 mesi (al 47enne reputato il “dominus” del business) fino a 1 anno e 4 mesi e 1 anno con multa da 460 euro, assolvendoli però dalla contestazione di associazione a delinquere. Altre tre soggetti, di origine straniera, hanno patteggiato pene rispettivamente da 12, 11 e 9 mesi, mentre un’altra persona, che veniva accusata di truffa aggravata, è stata assolta.
Secondo le accuse formulate alla fine dell'inchiesta, ai vari soggetti si contestava il favoreggiamento della permanenza di cittadini extracomunitari, la concessione di locazioni e affitti a soggetti senza titolo di soggiorno, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e procacciamento di stranieri. Sarebbero state fornite, per gli inquirenti, documentazioni false agli stranieri per ottenere il permesso di soggiorno chiedendo in cambio compensi che andavano dai 50 ai 4mila euro a seconda del “servizio” offerto, tra cui falsa busta paga, dichiarazione di ospitalità e assunzione fittizia. Con questo sistema, come ricostruito dal pm Siro De Flammineis (in aula era presente la collega Elisa Vieri), dal maggio 2021 a oggi sarebbero state assunte 347 badanti stranieri, donne e uomini, dei quali solo 58 impiegati realmente in attività lavorativa. Dalla Tunisia, stando alle verifiche degli investigatori, arrivavano in Italia la maggior parte di finti badanti e sempre in Tunisia era stato aperto uno dei conti correnti all’estero dove veniva trasferito il denaro illecito versato dai migranti in una prepagata intestata alla società con sede a Chianciano Terme. Fra i legali coinvolti, gli avvocati Alessandro Betti, che difendeva il presunto promotore del giro ed esprime soddisfazione per il risultato ottenuto, Luigi Nicola Fiorino, Ilaria Marini, Carmen Capoccia e Angelo Giuliani.
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