Siena
La scrittura rappresenta una delle più alte espressioni della civiltà umana. Essa non solo consente di comunicare e tramandare conoscenze, ma è anche un mezzo di partecipazione attiva alla vita sociale, culturale e intellettuale di una società. La capacità di scrivere permette agli individui di esprimere emozioni, idee e di interagire con gli altri, contribuendo alla costruzione e alla diffusione del sapere.
Un esempio straordinario del ruolo fondamentale dell’insegnamento della scrittura si trova nell’opera del sacerdote senese, Don Gaetano Loli (1707-1784). Nominato nel 1729 “Maestro pubblico di scrivere” presso una delle scuole elementari gestite dall’Università di Siena, Loli dedicò la sua vita all’educazione di centinaia di giovani senesi. La sua scuola, insieme a quelle di Aritmetica e di Latino, rappresentava un luogo essenziale per l’istruzione pubblica dell’epoca e per la crescita civica della comunità senese.
Nei suoi corsi, Don Gaetano insegnava non solo a leggere e scrivere ma anche a scrivere in bella grafia, con particolare attenzione alla preparazione della penna e alla corretta impugnatura. Questo approccio evidenzia l’importanza attribuita alla calligrafia, non solo come abilità tecnica, ma anche come espressione estetica e disciplina formativa. La scrittura elegante era considerata un segno di cultura e raffinatezza e Loli fu tra i più eminenti calligrafi della sua epoca, seguendo l’esempio di Francesco Periccioli, grande maestro senese del secolo precedente.
Nonostante il tempo ci abbia lasciato pochi documenti autografi del Loli, quelli rimasti testimoniano il suo straordinario talento nella calligrafia, dimostrando una padronanza della scrittura che giungeva al virtuosismo. Con l’avanzare dell’età e la perdita della vista, Don Gaetano fu sostituito prima dal fratello, Giovan Battista, poi dal nipote Giuseppe, a dimostrazione di come la sua opera avesse segnato profondamente la sua famiglia e tutta la città.
Oltre alla sua attività di insegnante, Don Gaetano Loli ebbe un ruolo attivo nella Contrada dell’Onda, ricoprendo le cariche di Priore e di Cancelliere tra il 1740 e il 1778. Proprio nell’archivio della Contrada si trova la più ampia raccolta di documenti da lui scritti, tra cui il Libro di Deliberazioni della Contrada dell’Onda, donato nel 1756. Questo documento non solo rappresenta un patrimonio storico di inestimabile valore ma dimostra anche l’importanza della scrittura come strumento di conservazione della memoria collettiva. Uno di questi documenti si trova oggi presso il rettorato dell’Università degli Studi di Siena, a testimonianza dell’eredità culturale lasciata dal Loli.
Oggi viviamo in un’epoca in cui la scrittura e la lettura stanno perdendo il loro valore tra i più giovani, sopraffatti dalla comunicazione veloce e frammentata dei social media e dei dispositivi digitali. L’arte della scrittura, un tempo coltivata con dedizione, rischia di essere dimenticata, sostituita da abbreviazioni e messaggi effimeri. In questo contesto, l’insegnamento di figure come Loli, assume un significato ancora più profondo: ci ricorda che la scrittura non è solo un mezzo di comunicazione ma anche una competenza essenziale per lo sviluppo della persona e il progresso della collettività.
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