Siena
Siena torna protagonista nel panorama dell’arte contemporanea con la nuova edizione di Raggio Verde 2025, mostra diffusa che coinvolge sei artisti di rilievo internazionale e sei spazi significativi della città. L’iniziativa, promossa dal Comune di Siena e curata da Michela Eremita, nasce con l’obiettivo di trasformare Siena in un vero e proprio laboratorio artistico a cielo aperto, dove il dialogo tra arte contemporanea e luoghi iconici si traduce in una nuova interpretazione della storia e dell’identità cittadina. Il programma espositivo, inaugurato giovedì 12 giugno e attivo fino al 7 settembre, propone una riflessione sul paesaggio, inteso non solo come scenario naturale, ma come luogo di memoria, trasformazione e incontro fra generazioni, stili e discipline. Gli spazi coinvolti – Museo Civico, Santa Maria della Scala, Orto Botanico, Accademia dei Fisiocritici e Fondazione Conservatori Riuniti – diventano cornici vive dell’arte, veri dispositivi di senso che accolgono le opere come atti di ascolto e di visione.
La rassegna si è aperta con l’opera di Francesco Carone, presentata nella Sala Sant’Ansano del Santa Maria della Scala. L’artista propone una riflessione scultorea sul Golgota, non solo come luogo della Passione ma anche come simbolo astratto, montagna interiore e tensione verticale. Carone ha raccolto, in anni di ricerche, oltre cento rappresentazioni del Golgota – piccole opere di devozione popolare – che vengono qui rilette in chiave laica e simbolica. Il risultato è un’installazione che guida il visitatore in un percorso conoscitivo e spirituale, dove l’ascesa diventa apertura al mistero e alla riflessione.
Cristiano Leone, presidente della Fondazione Santa Maria della Scala, commenta: “Una bellissima iniziativa, piena di significati. Personalmente ho una stima infinita per Carone. Il suo lavoro al Santa Maria della Scala è stato svolto con grande rispetto per questo luogo e rappresenta un gesto artistico di profonda intelligenza e sensibilità”.
A sua volta, l’artista sottolinea: “Mi chiedo: cosa sto guardando? Non so ancora bene cosa sia ciò che ho realizzato. È il frutto di un ragionamento combinatorio, una sorta di scatola cinese su cui lavoro da anni. Per la prima volta penso di aver trovato una forma efficace: non la vedo come una scultura 'di Francesco Carone', ma come il mio modo personale di vedere le cose. Forse, per la prima volta, sono riuscito a dare a questo pensiero un aspetto comprensibile anche per gli altri. Faccio l’artista perché credo sia l’unico ambito in cui riesco a tenere insieme elementi distanti, dando loro un senso. Per anni – ha detto ancora Carone - ho raccolto pezzi simbolici con questa volontà, affascinato dalla montagna, dal Golgota e da come gli artisti l’hanno sempre interpretata. Tutti hanno sentito il bisogno di rappresentarla e restituirla al mondo in modo diverso. Quello che vedrete è un’esposizione lineare, che va da un punto all’altro: sento di aver rappresentato il modo in cui funziona la mia mente”.
La Sala dei Pilastri riapre al pubblico
Altro appuntamento di grande rilievo è la mostra di Pierluigi Pusole ospitata nella Sala dei Pilastri del Museo Civico di Palazzo Pubblico. Questo spazio, un vero e proprio scrigno che si affaccia sulla celebre Sala della Pace – attualmente in restauro con il grande ciclo dell’Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti – torna così ad accogliere il pubblico. Pusole presenta qui il ciclo pittorico “Capricci”: paesaggi visionari e immaginifici, attraversati dall’acqua come elemento generatore e trasformatore. Le sue tele dialogano con la tradizione del paesaggio storico senese, sovvertendone l’ordine e proponendo nuovi scenari fluidi, surreali e poetici. Ci sono anche alcune curiosità tutte da scoprire, come l’assaggio di due opere di Duilio Cambellotti che fra pochi giorni vedrà in esposizione le opere recentemente acquistate dal Comune.
Il percorso di Raggio Verde prosegue in altri luoghi simbolo della città, ognuno scelto per la propria valenza storica, scientifica o naturalistica. Alla Fondazione Conservatori Riuniti, Concetta Modica presenta “Composizione intrepida”, un’installazione pensata per la storica biblioteca e il suo lungo tavolo monumentale. L’opera si configura come una natura morta espansa e metamorfica, in cui elementi vegetali, forme organiche e oggetti in ceramica e bronzo si fondono in un paesaggio immaginario e materico. La riflessione si concentra sul tema del pasto, della tavola e del nutrimento, trasformati in metafore del tempo, della memoria e dell’energia vitale che circola tra i corpi e le cose.
All’Accademia dei Fisiocritici è Sophie Ko a proporre “Seven Tears”, un intervento profondamente legato alla trasformazione e al tempo. L’artista lavora con pigmenti, ceneri e materiali instabili, dando vita a opere che si trasformano nel tempo e nello spazio. I suoi lavori si inseriscono nel dialogo silenzioso con le collezioni naturalistiche e scientifiche dell’Accademia, trovando anche un’estensione nell’Orto Botanico, dove si intrecciano tempo biologico e tempo cosmico in una riflessione sulla finitudine e sul rinnovamento.
Sempre all’Accademia dei Fisiocritici e all’Orto Botanico, Cristina Gozzini propone un progetto video realizzato attraverso lunghe osservazioni del mondo animale con l’uso di fototrappole. L’installazione restituisce un tempo rallentato e una dimensione di presenza non umana, sottraendosi alla narrazione antropocentrica. I suoni registrati vengono trattati elettronicamente, trasformandosi in partiture sonore che danno vita a una sinfonia sommersa, in cui la natura parla con la sua voce, tra documentazione e sogno.
Nella Limonaia dell’Orto Botanico, Eugenia Vanni costruisce un ambiente installativo che si fonde con il paesaggio vegetale. Le sue opere, “Volano viale cose vuote” e “Le déjeuner sur l’herbe”, sono pensate come un diario visivo in cui materiali fragili, trasparenze e superfici dialogano con la luce e il respiro delle piante. L’artista compone così una relazione tra artificio pittorico e vita vegetale, fatta di ascolto, attesa e trasformazione.
Michela Eremita, curatrice della mostra e responsabile scientifica del Museo Civico, spiega: “Il nuovo percorso di Raggio Verde vuole parlare del paesaggio come occasione per esplorare sia la nostra parte interiore sia quella esteriore. L’obiettivo è creare collegamenti tra luoghi, persone e artisti, così da maturare esperienze artistiche condivise. Tutto ciò che vedete – spiega ancora - nasce da una serie di incontri che ha riunito persone di scienza, cultura e artisti. Dallo scambio di idee sono nate opere pensate per specifici luoghi. Sono orgogliosa di quanto siamo riusciti a realizzare, sono progetti che hanno dato risultati eccezionali, costruiti insieme a tutti gli attori coinvolti. Qui al Santa Maria si respira una dimensione del tutto particolare. La montagna riveste un ruolo molto intimo e nell’arte di Carone trova una rielaborazione profonda: nella sala San Galgano l’opera si sviluppa in dialogo con un crocifisso da tavola e si collega all’affresco, creando un percorso che porta a vedere lo spazio in modo nuovo e naturale. Gli artisti riescono sempre a mostrarci qualcosa di inedito".
Il punto di forza di Raggio Verde 2025 è la capacità di proporre un’interpretazione viva e contemporanea dell’arte, capace di interrogare le coscienze e aprire nuove possibilità di lettura del patrimonio storico e paesaggistico della città. La formula della mostra diffusa invita il visitatore a spostarsi tra i diversi luoghi, abbandonando il ruolo di semplice spettatore per diventare parte attiva di un percorso di scoperta, relazione e riflessione.
Il Sindaco di Siena, Nicoletta Fabio, sottolinea: “La visione che Leone ha del Santa Maria è pienamente condivisa da me e dall’amministrazione. Così come c’è una perfetta armonia nel confronto tra me e Michela Eremita. Conoscevo già il progetto Raggio Verde e, quando si è presentata l’opportunità di riproporlo, l’ho accolto con entusiasmo. Tengo molto al dialogo tra arte contemporanea e luoghi storici: il Santa Maria non può essere soltanto un contenitore, ma l'arte deve essere capace di leggere e interpretare il luogo in cui viene allestita. È importante – conclude il primo cittadino - instaurare un dialogo tra la fisicità del paesaggio e l’immaginazione. Punto molto sulla mostra diffusa, sulla collaborazione tra le diverse istituzioni e sulla ricostruzione di una mappa culturale della città che vada oltre i luoghi iconici. La sala che ospita l’opera di Carone è splendida e l’associazione con l’affresco della Cappella di Piazza è eccezionale".
Raggio Verde 2025 si distingue anche per la forte collaborazione tra istituzioni, artisti, curatori e comunità cittadina. Il progetto è stato ideato da Michela Eremita a partire dal 2022, con l’intento di creare una rete continua tra arte e città, coinvolgendo pubblici diversi e promuovendo nuove forme di relazione tra cultura, ambiente e territorio. La manifestazione fa parte di “Cantiere Comune 7”, uno dei vincitori del bando ToscanaInContemporanea2025, promosso dalla Regione Toscana. La scelta di spazi come l’Orto Botanico, l’Accademia dei Fisiocritici, la Fondazione Conservatori Riuniti, il Museo Civico e il Santa Maria della Scala non è casuale: ognuno di questi luoghi, per la sua storia e le sue caratteristiche, contribuisce a costruire una narrazione collettiva che unisce passato e presente, memoria e innovazione.
Raggio Verde 2025, con il suo primo ciclo di mostre, rinnova l’immagine di Siena come città capace di interrogarsi, di mettere in discussione la propria storia e di aprirsi a nuove prospettive. La mostra diffusa è un invito a vivere la città come luogo di ricerca, dialogo e creatività, in cui l’arte diventa strumento per esplorare il nostro rapporto con il paesaggio, la memoria e l’identità. Il secondo gruppo di mostre sarà inaugurato a settembre, con nuovi artisti e spazi, a conferma della volontà di rendere Siena un laboratorio permanente di arte contemporanea, in dialogo costante con le sue radici e il suo patrimonio.
Siamo stati all’inaugurazione delle mostre, tutte davvero belle ed interessanti. Raggio Verde 2025 è una delle iniziative culturali più originali e coinvolgenti del panorama italiano. Il progetto invita cittadini e visitatori a scoprire una Siena inedita, capace di rileggersi attraverso lo sguardo degli artisti e di offrire a tutti un’esperienza di arte viva, in cui la città stessa diventa opera e laboratorio.
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