Cultura
Sara Centi e Raffaele Ascheri
Certi autunni iniziano così: con l’aria che cambia, una città che si riavvolge nelle sue stanze segrete, e una Biblioteca che diventa nave. Alla comunale degli Intronati di Siena ci si prepara a una stagione fatta di approdi culturali e mappe di carta. Non solo i consueti incontri nella Sala storica, con Raffaele Ascheri a tenere il timone, ma una mostra che dal 25 settembre promette di trasformare la città in un atlante di incisioni europee, grazie alla Collezione Gori Pannilini. Un patrimonio che il Corriere di Siena aveva già svelato, e che adesso prende corpo – e luce – con il titolo: "La collezione Gori Pannilini. Una storia di uomini e di stampe a Siena tra il XVIII e il XX secolo". Ieri mattina, tra le pareti silenziose della Comunale, la direttrice Sara Centi e il presidente Ascheri hanno illustrato i dettagli di questa riscoperta e aperto il calendario degli appuntamenti che da settembre a ottobre scandiranno la nuova stagione.
Certe storie si nascondono per decenni dietro porte chiuse, in sale che odorano di carta e silenzio. E poi, un giorno, tornano a respirare. Così accade oggi a Siena, dove la Collezione Gori Pannilini si offre di nuovo allo sguardo della città, in una mostra che promette di essere più di una semplice esposizione: una mappa, un viaggio nell’incisione, un racconto fatto di segni, mani, viaggiatori e donatori. Sara Centi, direttrice della Biblioteca, lo spiega con la precisione di chi ha vissuto ogni pagina di questa riscoperta: “L’evento si inserisce idealmente nel percorso che va da Siena all’Europa: si tratta di una raccolta di grafica antica collezionata dalla nobile famiglia. Un modo di collezionare molto particolare. Il senatore Pannilini fu un grande benefattore della città: lasciò a Siena perfino il primo piano del suo palazzo, dove oggi sorge il Continental, ma l’ufficio tecnico del tempo, senza una visione del futuro, consigliò di non accettare. Nel salone delle feste, ancora oggi visibile, la famiglia custodiva la collezione. La mostra costituisce l’evento conclusivo di un percorso di studio durato tre anni, reso possibile grazie alla Fondazione Getty: l’intera collezione è stata digitalizzata e restaurata, ordinata e catalogata. Tutto sarà poi pubblicato in un volume e avremo anche una piccola piattaforma digitale” conclude Centi.
L’inaugurazione
L’inaugurazione della mostra, che vedrà nella saletta materiali vari legati al collezionismo e, nelle bacheche, le quattro principali scuole dell’epoca, è fissata per giovedì 25 settembre. Si tratta del punto d’arrivo di una ricerca che ha intrecciato archivi, restauratori, storici dell’arte e, non ultimo, la volontà di ridare senso a una collezione che, dopo la donazione del 1877 da parte del senatore Augusto Gori Pannilini, era stata in parte dimenticata. Un patrimonio che oggi si rivela in tutta la sua ampiezza: oltre 2.000 stampe, testimoni di tre secoli, restaurate da mani esperte e digitalizzate per essere accessibili anche ai futuri visitatori virtuali.
È un percorso che parte da Siena per attraversare l’Europa delle incisioni: ogni scuola – italiana, francese, fiamminga, tedesca – rivive nelle bacheche, come in una geografia disegnata da artisti come Marcantonio Raimondi, Jacques Callot, Antonio Tempesta, Francesco Villamena e Stefano Della Bella. Si scopre, allora, che questa collezione non è solo un deposito di stampe, ma una storia di uomini, viaggi e passioni. La prima parte della mostra è quasi un’indagine: espone non solo le stampe, ma i documenti, gli inventari, le tracce che hanno permesso di ricostruire la provenienza delle opere, come se si seguisse il filo di un romanzo. La seconda sezione è un viaggio visivo: le stampe suddivise per scuole, secondo l’ordine pensato dalla famiglia Gori Pannilini. A collegare le due anime dell’esposizione, due incisioni che riproducono la Circoncisione di Gesù di Guido Reni: un dettaglio che lega l’arte all’identità familiare, alla memoria che si fa racconto cittadino.
Le porte della Sala storica si aprono dal 26 settembre fino all’11 ottobre: dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18, e il sabato fino alle 13. Un orario ampio, per permettere a tutti di incrociare la bellezza e la storia. Per chi vuole approfondire, il progetto di ricerca confluirà in un volume monografico e in una mostra digitale, con la promessa di rendere questo tesoro accessibile a un pubblico vasto e curioso.
Tra le novità da segnalare, a novembre la Biblioteca aprirà il bellissimo Gabinetto disegni e stampe con una mostra dei manifesti di Fabio Bargagli Petrucci, opere anche rarissime e mai viste rendendo giustizia a un lavoro complesso e articolato durato tantissimi anni.
Nella Sala storica
Ma l’autunno si annuncia denso di appuntamenti anche oltre la mostra. Il presidente Raffaele Ascheri, che guida la Biblioteca dal 2018, sottolinea il valore di una sala che si è trasformata negli anni: “Questa splendida sala storica è diventata un’agorà della cultura. Ho ormai molta esperienza, ma tengo particolarmente a sottolineare che questa sala è aperta a tutti coloro che l’hanno frequentata e, inoltre, anche a intellettuali che in passato non venivano invitati. È un luogo capace di unire tematiche locali, profondamente senese ma mai provinciale. Con i nostri mezzi siamo riusciti a ospitare anche autori di livello nazionale, come Marco Malvaldi e Antonio Manzini”.
La stagione si apre con Paola Micheli ed il suo libro di cinema in terra di Siena che è una vera miniera di informazioni. Alberto Cornice terrà una lectio magistralis su Violante di Baviera mentre è molto atteso l’evento del 2 ottobre sulla massoneria e la Chiesa: sarà un dibattito molto intenso con due esperti delle due parti in causa.
Il 6 ottobre il professor giapponese di storia dell’arte, Naoki Dan illustrerà una scultura di Tino di Camaino, proveniente da una collezione privata: un vero scoop, dato che si tratta di un’opera poco conosciuta e stupenda. Il 22 ottobre squilli di trombe con il ritorno a Siena di Mauro Lusini, autore di numerose canzoni tra cui la celebre "C’era un ragazzo che come me": “Dopo tanti anni sarà di nuovo qui per presentare un libro autobiografico: un’occasione imperdibile”.
Tra le novità anche l’avvio di un ciclo mensile dedicato ai senesi da ricordare tra coloro che ci hanno lasciato di recente. Si comincerà parlando di Giuliano Ghiselli il 27 ottobre, insieme al giornalista Maurizio Bianchini. Previste pure iniziative con il gruppo di archivisti delle contrade.
La Biblioteca, insomma, si fa davvero città. Ogni appuntamento sarà un incrocio di storie, ogni ospite una pagina che si aggiunge al racconto di Siena, fra cultura e memoria. Si percepisce tra le parole di Ascheri la volontà di aprire, di includere, di far diventare la Biblioteca non solo luogo di studio, ma spazio di incontro, di confronto, di nuove narrazioni. Per chi ama l’arte e la storia, c’è una gemma in più. Ogni sabato, alle 11 e alle 12, è possibile visitare gratuitamente lo studiolo Del Taja, realizzato da Agostino Fantastici e ricostruito come nell’Ottocento, tra intarsi e legni pregiati, in un percorso guidato che svela un altro volto della Biblioteca, quello più segreto e raffinato. Tra incisioni, incontri, storie di uomini e di idee, libri e manifesti, Siena offre un’altra occasione per non smettere mai di cercare. E di stupirsi.
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