Il concorso
Vince la foto scattata dal palestinese Ali Jadallah dopo un bombardamento israeliano
In un’atmosfera da Oscar, sfilano sul palco dei Rinnovati, su un gold carpet da sogno, i vincitori dei Siena Awards. Il palestinese Ali Jadallah è vincitore assoluto del Sipa 2025, con uno scatto da Gaza, proclamato nella cerimonia di apertura condotta da Fernando Tiberini e introdotta dalla musica dell’Accademia Chigiana con John Metcalfe, compositore del theme degli Awards. Nel corso della premiazione sono stati insigniti con il primo premio nelle altre sezioni Dennis Schmelz, per il Drone Photo Awards, e Andrew Rovenko, per il Creative Photo Awards.
Il palestinese Ali Jadallah vince il Sipa 2025 con la foto intitolata Leaving Home, scattata a Gaza il 14 giugno 2024, subito dopo un attacco israeliano che ridusse in macerie la casa della famiglia Abu Aisha a Deir al-Balah. Una foto simbolica e drammatica, dove tre palestinesi emergono dai detriti, coperti di polvere e frammenti di cemento. Il turco Dennis Schmelz vince il più importante concorso al mondo per la foto aerea, con The Lone Horseman, dove un cavaliere solitario domina su uno sperone roccioso un paesaggio della Cappadocia, nell’ora blu.
Per la sezione Creative, primo premio ad Andrew Rovenko, ucraino, vincitore con uno scatto catturato a Melbourne durante il Covid. La sua foto, realizzata durante le restrizioni, ritrae un bambino e la sua immaginazione: la meraviglia dell’ordinario e dei sogni in un mondo congelato. Sul palco, in un Teatro dei Rinnovati scintillante di luci perfette, flash e abiti da sera, tanti premiati e star ospiti quali Steve Winter, iconico fotografo naturalista.
Le mostre
Ancora una volta Siena e la provincia si trasformeranno in un palcoscenico a cielo aperto con piazze, palazzi e musei che diventeranno tappe di un viaggio visivo dedicato ai temi attuali più cruciali: ambiente, migrazioni, diritti umani e disuguaglianze. Il festival internazionale della fotografia si conferma un evento diffuso e capace di coinvolgere il territorio senese: dopo aver stabilito negli ultimi anni un legame solido con Sovicille, la manifestazione si apre per la prima volta anche a Castelnuovo Berardenga, che ospiterà una mostra nel Museo del Paesaggio.
All’Accademia dei Rozzi andrà in scena la potenza visiva di Adrees Latif con Mexico Border, un racconto fotografico intenso e umano sulla migrazione lungo il confine tra Stati Uniti e Messico. Scatti carichi di emozione svelano i volti, i gesti e le speranze di chi affronta un viaggio incerto alla ricerca di una nuova possibilità. Adrees Latif, fotogiornalista e photo editor pakistano-americano con oltre trent’anni di carriera e prestigiosi riconoscimenti internazionali, offre un reportage che travalica i confini geografici e pone al centro la dignità delle persone.
No Woman’s Land è il titolo della toccante mostra allestita all’Area Verde Camollia con gli scatti di Kiana Hayeri, cresciuta a Teheran prima di trasferirsi in Canada. L’esposizione proporrà un viaggio visivo tra le regioni dell’Afghanistan dove Hayeri, che ha vissuto negli ultimi anni a Kabul, ha incontrato oltre cento donne e ragazze vittime del regime talebano. Le sue immagini sono il frutto di un’intensa attività documentaria e di collaborazione artistica con le giovani afghane e restituiscono voci altrimenti cancellate, tra dolore, resistenza e desiderio di libertà.Katie Orlinsky, che concentra il suo lavoro sulle storie umane in un pianeta in continuo mutamento, porterà al Museo di Storia Naturale la sua inchiesta fotografica Vanishing Caribou, dedicata all’allarmante declino dei caribù – specie chiave per l’ecosistema artico – e all’impatto devastante del cambiamento climatico sulle popolazioni indigene che vivono fra Alaska e Canada.
Il suo racconto intreccia ecologia, cultura e sopravvivenza, tra ghiacci che si ritirano e antichi saperi che resistono. Le immagini di Orlinsky offrono, così, una riflessione profonda sull’interconnessione tra natura e umanità. Le mostre a Siena saranno completate da quelle dedicate ai tre premi fotografici che contraddistinguono il Siena Awards: il Museo di Storia Naturale ospiterà Above Us Only Sky, con gli scatti del Drone Photo Awards; al Liceo Artistico “Duccio di Buoninsegna” torna I Wonder If You Can, mostra dedicata ai vincitori del Creative Photo Awards che utilizzano un approccio innovativo alla fotografia, mentre l’ex Distilleria Lo Stellino accoglierà gli scatti del Sipa, con immagini mozzafiato da tutto il mondo e storie potenti suddivise in numerose sezioni tematiche. La new entry del Siena Awards 2025, il Museo del Paesaggio di Castelnuovo Berardenga, ospiterà la mostra di Elliot Ross intitolata A Question of Balance e dedicata alle contraddizioni idriche dell’Ovest americano. Ross, che negli ultimi dieci anni ha dedicato la sua ricerca fotografica all’esplorazione dell’Ovest americano, mette in luce il divario drammatico nell’accesso all’acqua fra la Navajo Nation, dove la risorsa idrica scarseggia con gravi difficoltà, e la confinante contea di Washington, nello Utah, dove invece scorre abbondante.
La mostra invita, così, a riflettere sui legami tra cambiamenti climatici, politiche federali e diritti delle comunità indigene con immagini che restituiscono una realtà complessa e fragile e sottolineano come l’acqua non sia solo una risorsa, ma un diritto umano fondamentale. Per il quinto anno consecutivo Sovicille ospiterà Sovicille Creative, mostra a cielo aperto nata dalla selezione delle migliori immagini del Creative Photo Awards.
Le fotografie invadono con eleganza porte e finestre del centro storico, instaurando un dialogo magico tra arte visiva, architettura e paesaggio. Una celebrazione della fotografia Fine Art e della bellezza diffusa nei dettagli del quotidiano. Ancora a Sovicille, nel Centro Culturale La Tinaia, è in programma Life and War di Muhammed Muheisen, fotografo giordano nato a Gerusalemme che racconta oltre vent’anni di conflitti, migrazioni e speranza. Attraverso il suo obiettivo, Muheisen dà voce ai rifugiati e ai bambini, testimoniando le storie di chi ha dovuto abbandonare tutto. Due volte Premio Pulitzer e fondatore della Everyday Refugees Foundation, il fotografo propone immagini che sono testimonianze e atti di resistenza visiva contro l’oblio.
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