Arte
Mostra del Vecchietta al Santa Maria della Scala
Nell’omaggio reso dalla Fondazione Santa Maria della Scala a Lorenzo di Pietro, detto Il Vecchietta, c’è una scelta non frutto del caso. Artista che ha legato la propria maestria al complesso museale, al punto da donare ai posteri l’iconico simbolo della scala che accompagna da secoli il Santa Maria. Il segno lasciato dentro lo Spedale è disseminato un po’ ovunque, fino alla chiesa della Santissima Annunziata. Capolavori che adesso sono stati riportati a nuova vita per la mostra monografica sul più importante maestro del Rinascimento senese.
L’idea che accompagna l’esposizione è accompagnare il visitatore lungo questo percorso, che ha come fulcro il Pellegrinaio. Finalmente libero da allestimenti accessori e pronto a offrirsi allo sguardo del pubblico in tutta la sua maestosità. Ciclo di affreschi impreziosito dalla Visione del beato Sorore, dove il Vecchietta, che per la prima volta lascerà la sua firma, descrive la fondazione dell’Antico Ospedale. Da qui si passa alla Sagrestia Vecchia, che ritrova la sua funzione di reliquario architettonico, come da idea dell’artista, per arrivare nella Santissima Annunziata, dove sopra l’altare si eleva un Cristo bronzeo, che il maestro aveva pensato per la propria cappella funebre. Lavori che si articolano per oltre mezzo secolo e sottolineano la simbiosi dell’artista con il luogo dove agisce. Un interlocutore piuttosto che un esecutore, capace di regalare al pubblico una visione d’insieme.
Prospettiva che sta alla base dell’esposizione, curata da Giulio Dalvit, autore per altro di una nuova monografia dell’artista.
Con tutti i significati che si porta dietro, la mostra della Fondazione va oltre il semplice allestimento. Rappresenta un’accelerazione nel percorso di riqualificazione, sulla scorta del nuovo masterplan del complesso museale. “Il progetto Canali ha tutti i meriti del mondo però era diventato obsoleto - spiega il presidente Cristiano Leone -. Ripensarlo, con una sorta di continuità tra le diverse operazioni che vengono fatte, costituisce prima di tutto una rifunzionalizzazione degli spazi che ovviamente non erano valorizzati”.
Dietro queste opportunità ci sono gli stanziamenti del Ministero della Cultura, ormai prossimo a entrare nella compagine societaria. Ciò comporterà un aggiornamento dello statuto. Il traguardo è rendere il Santa Maria un attrattore culturale, che espanda il proprio raggio di azione a livello internazionale. Un po’ come accaduto all’opera site specific di Jacob Hashimoto, che sarà esposta al Moma di San Francisco.
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