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SIENA

La nuova vita della Fondazione: l’ente di Palazzo Sansedoni taglia i 30 anni di attività ma dell’origine bancaria non è rimasto quasi nulla

Il presidente Carlo Rossi tra dodici mesi concluderà l’ultimo mandato: “Pienamente in linea con gli obiettivi”

Aldo Tani

04 Giugno 2025, 05:00

Carlo Rossi

Presidente della Fondazione Mps

Un lungo viaggio iniziato nel 1995. La Fondazione Mps lo celebrerà domani in un evento che ne ripercorrerà la storia. L’ultima parte è state percorsa da Carlo Rossi, che nel 2026 concluderà il suo secondo mandato da presidente.

- Come mai questo appuntamento?
Perché trent’anni anni sono il segnale di un'età adulta e quindi ci sembrava giusto ricordare. Naturalmente non c'è niente di autocelebrativo, ma un tentativo di guardare al futuro, di porre un attimo l'attenzione su quello che si sta facendo oggi e rivolgere lo sguardo su cosa potremo fare. Del resto c'è una nuova Deputazione generale che fra settembre e ottobre definirà nuovi documenti programmatici per il prossimo quadriennio, quindi mi sembra che si combinino anche bene questi aspetti.

- Alla nascita la Fondazione aveva altre prerogative. Oggi qual è la sua missione?
Era nata come tutte le fondazioni per privatizzare il sistema bancario, quindi tutti questi organismi avevano il 100% della banca conferitaria. Adesso abbiamo lo 0,4% e questo già dice tutto. Non è successo solo a noi. Nel frattempo il sistema bancario si è evoluto e certe banche che c'erano 30 anni fa oggi sono confluite in altre organizzazioni, quindi questo è il dato di fatto. Le fondazioni si chiamano ancora di origine bancaria, ma hanno certamente ridotto la loro presenza nelle banche e fanno oggi sostegno alle comunità di riferimento su cultura, sviluppo del territorio, attività sociali. Noi a differenza di altri questa evoluzione l’abbiamo subito e non governata, ma in ogni caso oggi la Fondazione Mps risponde a pieno allo scopo di questo periodo.

- Ci arrivate per altro in piena salute.
Questo mi fa piacere. Negli ultimi quattro anni abbiamo distribuito al territorio 54 milioni. Questo ha provocato un effetto leva frutto degli interventi di cofinanziamento, di oltre 130 milioni.

- Eppure qualcuno non è contento e vi chiede di fare di più.
Di più possiamo sempre farlo, ne siamo assolutamente convinti e consapevoli. Chiaramente quello che noi facciamo lo facciamo in base ai documenti programmatici che i nostri organi definiscono. Tuttavia voglio ricordare che nel 2024 abbiamo fatto 100 interventi e abbiamo erogato 11,6 milioni. Non tutti i progetti, per esempio gli studentati, sono andati come speravamo. Questo non mi vergogno a dirlo.

- Sarà il suo ultimo anno di mandato. Come se lo immagina?
Noi continuiamo a lavorare come abbiamo sempre fatto. In questo momento cerchiamo di predisporre tutta l'attività per la programmazione quadriennale che dovrà fare la Deputazione generale. A breve ci sarà un secondo incontro dopo quello di insediamento. Sostanzialmente credo che andremo avanti in continuità con quello che abbiamo fatto fino a ora ma anche con qualche ipotesi di interventi anche significativi e innovativi.

- Il Biotecnopolo dovrà prendere posto nell’edificio Mrc. Cosa cambia per voi?
Direi niente. A noi farebbe piacere che questa opportunità si concretizzasse. In generale con questa realtà a Siena credo che debba essere ripensato il ruolo di Toscana Life Sciences nel futuro. Intanto entro l’estate c’è attendersi il rinnovamento del cda, poi vedremo.

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