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Consorzio del Brunello di Montalcino, il neo presidente Bartolommei: "Alziamo l'asticella. Dazi, basta minacce"

Gli obiettivi del 33enne presidente, il più giovane della storia della denominazione: "Serve rinnovare, e una guida forte e sicura"

Claudio Coli

05 Giugno 2025, 05:01

bartolommei brunello montalcino

Giacomo Bartolommei

Un giovane presidente per avviare un processo di rinnovamento e fare squadra, così da affrontare le difficili sfide imposte dal complesso contesto geopolitico ed economico attuale. Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino ha eletto all’unanimità come presidente Giacomo Bartolommei, che succede a Fabrizio Bindocci. 33 anni, enologo e responsabile export di Caprili, l’azienda di famiglia nata nel 1965 a sud-ovest del territorio del comune di Montalcino, è il più giovane numero uno del Consorzio nella storia della denominazione e tra i più giovani in Italia nel ruolo. Insieme a lui sono stati eletti anche i vicepresidenti Andrea Cortonesi (Uccelliera, che guiderà la Commissione tecnica), Fabio Ratto (Antinori, Commissione istituzionale) e Bernardino Sani (Argiano, Commissione promozione). 
“Ringrazio i soci per l’affluenza e la fiducia, sento un grande senso di responsabilità - afferma – la mia famiglia è sempre stata all’interno del Consorzio, da mio nonno fino a mio zio, è quasi una tradizione, ma nessuno aveva mai assunto la presidenza. C’è orgoglio e gioia, raccolgo un’eredità pesante e un testimone impegnativo. Ho avuto un favore trasversale, dalle piccole alle grandi aziende. Serve un rinnovamento, una guida forte e sicura, va ricreato l'appeal” sono gli obiettivi che si pone. 
Il mondo del vino vive da tempo notevoli fibrillazioni a causa dei dazi minacciati dal presidente degli Usa Donald Trump, poi ritrattati ma sempre pronti a incombere. Una situazione rischiosa vista l’importanza ricoperta dal mercato americano per i vini toscani e in particolare per il Brunello. “Dobbiamo ricompattarci – ammonisce Bartolommei – e serrare le file vista la situazione attuale. I dazi annunciati ci hanno rallentato, poi c’è stata una flebile ripresa quando sono stati congelati – spiega – adesso auspico che la diplomazia italiana ed europea li scongiuri. Dobbiamo tutti abbassare i toni, le minacce reciproche non fanno bene”. 
Al di là del pericolo dazi, il Consorzio gode di buona salute avendo registrato un fatturato prossimo ai 4,5 milioni di euro, in aumento del 4,3% rispetto all’anno precedente, e un utile di quasi 627 mila euro destinato a riserva. Ma si può sempre fare di meglio: “Abbiamo chiuso un buon 2024 – asserisce il neo presidente – ma non vogliamo cullarci sugli allori, dobbiamo e possiamo fare di più”. 
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