Il caso
Cresce la povertà in Toscana: la situazione
Si parla di crisi, di sofferenze nella gestione quotidiana, di difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena. I prezzi lievitano e le famiglie limitano i bilanci, gioco forza. La situazione va avanti da qualche anno, ma mai come in questo Ferragosto si era assistito a una tale levata di scudi contro il caro-prezzi. Vacanze proibitive, spiagge per ricchi, vuoto di turisti nelle città d'arte, e anche la nostra fatica a raggiungere il pienone di una volta. Il Palio riaccende gli entusiasmi, l'armonia, le emozioni e la città brilla, come al solito. La crisi resta però. Non si dissolve, e il quotidiano continua a fare conti che non quadrano.
Francesco Pulitini
È di questi giorni la notizia che a livello nazionale Caritas e Conferenza Episcopale hanno finalmente varato l'iniziativa "Mi fido di noi", il microcredito che genera fiducia e che aiuta i meno abbienti a risolvere problemi economici attraverso l'impegno delle Caritas diocesane e delle fondazioni antiusura. Si tratta di una istituzione appena nata, che magari deve ancora perfezionare i propri ingranaggi, ma a livello toscano salta agli occhi che fra le sei diocesi partecipanti al progetto non c'è la nostra, Siena-Colle e Montalcino. Mentre risultano già inserite Arezzo-Cortona-San Sepolcro, Firenze, Lucca, Pisa, Pitigliano-Sovana-Orbetello e Volterra.
E c'è un motivo più che logico in questa esclusione: la nostra città vanta un primato che ci rende orgogliosi in materia di microcredito e aiuto economico alle famiglie. Da quasi trent'anni infatti opera presso l'Arciconfraternita della Misericordia di Siena la Fondazione Toscana per la Prevenzione dell'Usura, e da venti il Microcredito di Solidarietà che vanta sempre un'ampia partecipazione della Misericordia di Siena. Due strumenti che nel loro silenzio operativo hanno aiutato tanti concittadini, e non solo, a uscire dalla palude del sovraindebitamento, salvando la propria azienda o la propria casa.
Le cifre di bilancio di entrambi gli enti indicano che la povertà è aumentata anche nella nostra città, soprattutto tra quanti vivevano già in situazioni di fragilità economica e sociale. "Tuttavia i dati di fine anno della nostra Fondazione - commenta il presidente Francesco Pulitini - mostrano un buono stato di salute della fondazione stessa, che vanta un contenzioso limitato, fra il 6 e il 7 per cento".
E qual è esattamente il quadro che ci restituiscono i vostri 44 centri di ascolto regionali?
"In genere chi si rivolge ai nostri centri si trova con l'acqua alla gola per un sovraindebitamento che sembra non avere soluzione. Nella maggior parte dei casi noi li aiutiamo a programmare il rientro graduale dai debiti attraverso mutui di cui ci facciamo garanti con le banche. Spesso si tratta di mutui ipotecari che salvano l'abitazione principale dei soggetti interessati. Ultimamente però abbiamo notato una tendenza alla diminuzione di questi casi, un calo nel numero delle richieste di intervento presentate ai nostri centri di ascolto a fronte di un aumento delle pratiche da noi proposte alle banche. Ma la crisi persiste, anzi si acuisce. Quindi abbiamo sentito il bisogno, come Fondazione, di analizzare il fenomeno e studiare questi nuovi meccanismi della povertà e richiesta di aiuto".
E cosa emerge?
"Lo studio è in corso, ma sembra che il bisogno si sia spostato su situazioni di emergenza immediata. Non si parla più di salvare la casa o l'azienda, ma della necessità di fronteggiare le emergenze quotidiane per vivere e sopravvivere. Si insiste sul microcredito di solidarietà, sul piccolo prestito per soddisfare i bisogni primari del proprio nucleo familiare. Mi spiego con qualche esempio: magari una famiglia non ha liquidità per gli studi del figlio o per pagare l'affitto o per far fronte a scadenze di rate che si affollano o spese straordinarie per il condominio, o costi per la salute. Insomma, tanti piccoli problemi che sommati mettono in serie difficoltà i nuclei familiari".
Pare però che la Fondazione non possa intervenire su spese previste ma solo a garanzia di un prestito bancario, senza erogazione di denaro.
"Ormai non c'è più questo vincolo e anche la Fondazione antiusura, sebbene impossibilitata a erogare direttamente denaro, può far fronte a queste piccole emergenze familiari interagendo con le banche per ottenere piccoli prestiti".
Dunque la nuova emergenza è non riuscire a far fronte alle spese quotidiane.
"Noi aiutiamo i soggetti richiedenti a trovare un rimedio e potremmo fare anche molto di più se si vincesse una certa resistenza a rivolgersi ai nostri centri".
In questa nuova mission però la Fondazione si sovrappone al Microcredito.
"Microcredito e Fondazione antiusura sono due organismi separati che operano entrambi a fini sociali e a vantaggio di chi ha bisogno, ma lo fanno con strumenti diversi. La presenza di due realtà nello stesso settore è frutto senza dubbio della grande attenzione e sensibilità che questa città ha sempre mostrato verso problematiche così importanti e delicate al tempo stesso".
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