Il dato
Alice d'Ercole (Cgil Siena)
E’ boom di cassa integrazione nel territorio della provincia di Siena. Il dato è fortemente allarmante: nei primi tre trimestri del 2025 il numero di ore di cassa integrazione nella provincia senese è aumentato del 190% rispetto al dato che si era registrato nei primi nove mesi del 2024. I numeri sono quindi quasi raddoppiati, e segnalano un’enorme difficoltà che si continua a vivere in contesto lavorativo, e dunque con riflessi occupazionali, in quest’area geografica. Le difficoltà sono diffuse su vari settori, pochi sono quelli che si salvano in un momento storico che quindi continua a essere non felice.
Nel 2025 alla fine di settembre erano già state raggiunte le 2 milioni di ore di cassa integrazione nel territorio della provincia di Siena. Il dato finale del 2024 era invece stato di circa un milione e 400 mila ore. Come si vede, l’aumento è decisamente importante, e deve far accendere più di un riflettore sul contesto e sull’attuale situazione.
L’allarme viene lanciato dalla Cgil, attraverso la segretaria generale della Cgil di Siena, Alice D’Ercole. Che afferma: “La situazione è decisamente preoccupante. Nel mese di giugno già era stato raggiunto il numero di ore di cassa integrazione che era stato fatto registrare il tutto il 2024. La tendenza è proseguita con i numeri che sono arrivati relativi al terzo trimestre dell’anno. Il trend di emergenza non si arresta e i numeri delle ore di cassa integrazione aumentano in maniera costante. Rischiamo quindi di veder raddoppiato, a fine anno, quello che era stato il dato del 2024. E non dobbiamo fermarci a questo: pensiamo all’indotto, che certamente risente di questo scenario, e pensiamo al generale rischio di mortalità delle imprese”.
Trend di emergenza
Questi numeri, inoltre, vanno a scattare una fotografia che comunque rimane parziale. Perché non tutti godono di un contratto a tempo indeterminato e quindi possono beneficiare di cassa integrazione. Lo sottolinea anche la segretaria D’Ercole: “Ricordo - dice - che gli ultimi dati che abbiamo a disposizione ci dicono che il 92% dei contratti che sono passati dal Centro per l’impiego sono a tempo determinato. Quindi si tratta di lavoro precario, che quando termina può essere non rinnovato e senza che si possa accadere alla cassa integrazione. La cooperazione, poi, non accade ugualmente alla cassa integrazione. Si pensi poi a tutto il lavoro degli appalti. La situazione quindi è complicata. Nell’ultimo anno, ci dicono i dati, il 12% dei lavoratori dipendenti che vivono nel territorio della provincia senese si sono visti ridurre il lavoro o addirittura lo hanno perso. E i dati dello studio Siena2030 affermano che il 10% della popolazione di quest’area geografica, quindi circa 26mila persone, vivono sotto la soglia di povertà”.
Difficoltà generalizzate
Molti settori sono colpiti da questa enorme crescita della cassa integrazione. Afferma la segretaria generale della Cgil di Siena: “Il settore della moda, molto importante sull’Amiata e presente anche nel Chianti, sta soffrendo tanto. E in queste aree ci sono anche difficoltà di ricollocamento per i lavoratori. Criticità sono vissute anche nel settore del legno e del mobile, nella metalmeccanica. Poi c’è il tema dei dazi, che tra un po’ di tempo potrebbe produrre difficoltà anche nell’agricoltura, nel vino e nella farmaceutica”.
“C’è un primo livello, nazionale, che dovrebbe fornire delle risposte e invece in Italia manca una politica industriale e l’attuale manovra non aiuta - conclude D’Ercole. - E poi c’è un livello locale, dove vanno costruite progettualità e sinergie. Noi abbiamo presentato una piattaforma, da portare avanti con enti locali e associazioni di categoria, per progettare lo sviluppo futuro del territorio”.
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