Economia
Il ministro Giorgetti
Quasi a rivendicare con una punta di orgoglio il percorso fatto, il ministro Giancarlo Giorgetti è partito da lontano. Un lungo excursus che ha fatto infuriare le opposizione, arrivate in aula solo per ascoltare i dettagli di competenza del Mef sull’operazione Mps-Mediobanca. Il titolare del dicastero economico però ha voluto rinfrescare una storia, che ha il punto di svolta nella mancata cessione a Unicrdit, per poi risalire la china anno dopo anno, riducendo allo stesso tempo la partecipazione ministeriale.
Vendite di quota, l’ultima in particolare, che sono state messe nel mirino dalla procura di Milano, che ha aperto un’indagine sulla scalata di Montepaschi a piazzetta Cuccia. Il Mef non è coinvolto nell’inchiesta, ma Giorgetti è stato chiamato in ogni caso ad aggiornare il parlamento. L'opas su Mediobanca, ha spiegato il ministro, è stata un’operazione “autonomamente deliberata” dal management e sulla quale, “come azionista, abbiamo preso atto delle scelte della società e del loro razionale”. Poi per delineare ancora di più il proprio operato nella vicenda ha aggiunto: “Tutte le doverose interlocuzioni che ho avuto con gli esponenti del sistema istituzionale e creditizio sono state sempre orientate a rappresentare l'opportunità di realizzare asset idonei a garantire un futuro stabile all’Istituto”.
E ancora: “Tale opportunità si poneva sul piano più generale in piena coerenza con la convinzione della necessità di rafforzare il sistema bancario nazionale e l'idoneità dei suoi assetti all'esercizio della strategica funzione creditizia per l'economia italiana” e in particolare per le peculiarità del suo sistema produttivo.
Con l’obiettivo di dare forza a questa sua esposizione Giorgetti ha fatto notare ai parlamentari che “la Commissione europea con nota del 21 ottobre 2025, a seguito di una approfondita istruttoria attivata sulla base di un esposto di Mediobanca, ha concluso nel senso che la procedura di dismissione è stata aperta, trasparente e competitiva”. Non solo. “Il Mef ha nominato banca Akros quale bookrunner dell'Abb in ragione del fatto che l’offerta garantiva le migliori condizioni per la dismissione delle quote permettendo un maggior introito per le casse dello Stato”.
Tanto passato ma anche un po’ di futuro nell’intervento dell’esponente del Carroccio. A partire dai movimenti per il rinnovo dei vertici del Monte, atteso in primavera. “Il Mef, in coerenza con gli impegni assunti a livello europeo, non presenterà alcuna lista in occasione del rinnovo del consiglio di amministrazione”, ha sottolineato il ministro, che poi, parlando della quota restante in mano al Tesoro (4,86%), ha aggiunto: “Ogni determinazione dovrà essere adottata non già in una logica di mera cassa ma in un’ottica strategica”, vista la rilevanza del risparmio per la tutela della sicurezza economica nazionale. L’informativa è stata criticata dalle opposizioni. Sia Benedetto Dalla Vedova (Più Europa) che Avs ha rimarcato che da parte del ministro non è arrivato alcun chiarimento.
L’operazione non è stata protagonista solo alla Camera, ma ha avuto un ruolo di primo piano anche nel cda del Monte. Al centro la strategia industriale combinata con Mediobanca da mettere appunto nei prossimi mesi, così come il rinnovo del management. Intanto in Borsa nuovo balzo in avanti. Il titolo ha guadagnato il 3,09%.
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