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Siena

Il dg dell'Asl Toscana sud est Antonio D'Urso: "Anche con la chirurgia robotica combattiamo la fuga di pazienti"

Gennaro Groppa

08 Settembre 2024, 20:30

Antonio D'Urso

“Anche grazie alla chirurgia robotica riusciamo a combattere la fuga di pazienti verso altre regioni. Anzi, andiamo ad attrarre da altri territori pazienti che vengono a operarsi nei nostri ospedali”. Il direttore generale dell’Asl Toscana sud est Antonio D’Urso sorride soddisfatto mentre pronuncia queste parole. È certamente e visibilmente contento del lavoro che viene effettuato a questo proposito, un lavoro all’avanguardia e che pone questo territorio tra i primi e i più innovativi nel Paese. L’ultima buona notizia è stato il primo intervento di tumore al pancreas svolto interamente con tecnica robotica all’ospedale San Donato di Arezzo. Quindi dopo Grosseto nella Asl Toscana sud est anche l’ospedale di Arezzo si adegua alle nuove tecniche e tecnologie: da oggi è possibile eseguire una pancreasectomia utilizzando esclusivamente il robot Da Vinci. Un macchinario, questo, che ha già messo insieme dei numeri sensazionali: dal 2010 a oggi al San Donato di Arezzo sono infatti stati effettuati oltre 6 mila interventi con tecnica mininvasiva attraverso il robot Da Vinci, e di questi 2500 di chirurgia generale. Subito dopo la pandemia l’attività è progressivamente aumentata sia in termini numerici sia per quel che riguarda la complessità della casistica trattata.

L’intervento al pancreas effettuato interamente con tecnica robotica viene visto come un rilevante passo in avanti per quella che è l’attività operatoria svolta nella Toscana sud-est. Afferma il direttore D’Urso: “La robotica è un’attività di spicco, ed è attrattiva sia nei confronti dei pazienti che anche nei confronti dei professionisti, che vogliono venire a lavorare in questi ospedali. La robotica consente di operare con maggiore precisione e con minore impatto sul paziente anche per quello che è il decorso post operatorio. Sia ad Arezzo che a Grosseto esiste ormai una tradizione in questo senso, e l’attività continua a crescere sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo”.

L’attività di chirurgia robotica è iniziata a Grosseto nei primi anni Duemila, ad Arezzo il via è stato dato nel 2010. Tali percorsi chirurgici sono stati attivati prima rispetto ad altre città e realtà, a Siena e Firenze ad esempio sono partiti dopo. In breve tempo è stata raggiunta un’alta qualità di prestazioni, che adesso il dg D’Urso rivendica con orgoglio: “Ci sono regioni italiane che brillano da questo punto di vista, la Lombardia è certamente tra queste – afferma il direttore generale dell’Asl Toscana sud est. – Ma la Toscana non ha nulla da invidiare a molte realtà italiane. A Grosseto esiste una scuola di chirurgia robotica e ad Arezzo c’è una tradizione ormai consolidata: quindi posso affermare che esiste un polo robotico certamente importante. Non solo consentiamo ai pazienti toscani di operarsi in Toscana, e quindi senza farli spostare in altre regioni per motivi sanitari. Ma anzi attraiamo pazienti, che vengono a operarsi qui: parlo di persone che provengono dal Lazio, dall’Umbria, dall’Emilia Romagna. Riusciamo a offrire prestazioni di alta qualità in tempi corretti”.

Negli ospedali di Campostaggia e di Nottola, quindi in territorio senese e rispettivamente in Valdelsa e in Valdichiana, la chirurgia robotica non viene effettuata. Tuttavia per questi presidi sanitari esiste un accordo di collaborazione con le Scotte attivo per alcune specialistiche mediche, come Urologia e Ginecologia. Quando vengono individuati pazienti vengono poi segnalati e quindi operati al policlinico delle Scotte di Siena. “Anche questa collaborazione sta funzionando assai bene, con ampia soddisfazioni di tutte le parti”, dichiara Antonio D’Urso.

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