Siena
Ludovico Troncanetti
A soli 33 anni il pianista senese Ludovico Troncanetti sta ottenendo un successo che non è sbagliato definire internazionale. Il musicista è in questi giorni impegnato in una serie di concerti in Uzbekistan, poi andrà in Armenia e ancora a Cuba in un giro del mondo basato sull’arte. È giovane, ma ha già suonato in tanti Paesi: in Spagna, Portogallo, Bulgaria, Russia, Armenia, Uzbekistan, anche in India. Prima della fine dell’anno raggiungerà un altro grande obiettivo professionale, vale a dire la registrazione di un nuovo disco. È un periodo d’oro, insomma, per Ludovico Troncanetti che è partito da Siena e dall’istituto Franci e che ora sta realmente conquistando il mondo della musica.
È vero, e ne sono contento. Diciamo che dopo il periodo della pandemia stiamo un po’ tornando a ingranare.
In Ecuador è stata un’esperienza bellissima, un evento veramente meraviglioso. In Uzbekistan abbiamo tre concerti in sei giorni, l’uno dopo l’altro. Insieme a me ci sono il soprano Valentina Boi e il basso Jenisbek Piyazov. Una delle cose belle di questo mestiere sono i viaggi che si fanno. Tra musicisti ci si ritrova sempre, ci sono interazioni, alla fine siamo come una famiglia. E tutto questo ti arricchisce professionalmente.
Sicuramente è stato molto importante. Ho avuto grandi insegnanti come Leslie Howard. Poi io credo che allo studio e alla formazione si debba sempre abbinare una grande dose di curiosità e di voglia di imparare e di migliorare. Io penso sempre che se sei a dieci devi cercare di arrivare a undici, superando anche gli ostacoli che inevitabilmente si presentano nel percorso.
Può essere un punto di svolta, io sono felice di ciò che sto facendo e sono ottimista per il futuro. In generale penso che la vita non sia semplice, ma se lo fosse sarebbe anche più noiosa. C’è di peggio, insomma, ma c’è anche di meglio (e ride, ndr).
Sì, ho suonato per la Lilt per un evento benefico. Sono contento quando torno a Siena, anche se mi piacerebbe vedere e sentire maggiore partecipazione in città verso il mondo della musica. Qui ci sono grandi realtà, come la Chigiana, il Franci, il Siena Jazz. Eppure queste realtà spesso vengono pensate e immaginate quasi soprattutto con una finalità turistica, di attrazione verso i visitatori. Mi piacerebbe vedere maggiore attenzione e curiosità da parte dei senesi. Sarebbe bello per i musicisti e per la città.
Sì. A dire la verità farò due dischi. Il primo uscirà quest’anno, sarà un disco di musiche francesi. Nel 2025 uscirà un altro lavoro, un disco cameristico.
Sarà la mia prima volta a Cuba. Suonerò a fine novembre con l’Orchestra sinfonica della città di Matanzas: in quella occasione farò il pianista e anche il direttore d’orchestra. Mi attendo una bellissima esperienza. Prima del viaggio a Cuba suonerò anche in Armenia, sarà la mia seconda volta lì. Suono tanto e viaggio in giro per il mondo. Mi piacerebbe anche suonare di più in Italia, ma questo è il mio lavoro e vado dove mi chiamano. Comunque è vero, sto vivendo un periodo veramente intenso e ne sono felice.
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