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Mps, Lovaglio: “Mai pressioni dal Mef”.

L’ad di Rocca Salimbeni ha escluso che dietro l’operazione con Mediobanca ci sia la volontà del governo come azionista

Aldo Tani

26 Maggio 2025, 22:29

Mps

Dritto al punto, come tutto il mondo finanziario ha imparato a conoscerlo nel corso degli anni. Luigi Lovaglio, intervenendo al consiglio nazionale della Fabi, non si è smentito. Al centro l’operazione con Mediobanca, difesa ancora una volta. “Non ho mai avuto alcuna pressione, alcuna indicazione, alcun suggerimento su quello che dovevo fare. Tanto più su questa operazione - ha detto l’ad di Rocca Salimbeni, replicando a chi chiedeva se il governo, in qualità di azionista, abbia incentivato questa strategia -. E' un’operazione in cui credo e che credo sia giusta per tutti gli stakeholder. Non ho avuto nessun condizionamento, nessuna richiesta da parte dell’azionista governo e sento molto forte questa indipendenza e questa volontà di portare a termine questa operazione”.
Il manager si è poi detto convinto che il progetto abbia buone possibilità di andare in porto. “Spero proprio che decida il mercato perché se lo fa l’operazione la portiamo a casa - ha evidenziato Lovaglio -. Riteniamo che l’offerta sia corretta. Pagheremo il 100% di utili in dividendi aumentando il capitale e in prospettiva possiamo utilizzare questa eccedenza importante per altre operazioni industriali o a beneficio di tutti gli stakeholders. Dalla collaborazione con Mediobanca aggiungeremo capacità eccezionale di fare servizio di advisory. È veramente complementare. Crediamo che l’offerta attuale sia corretta”.
Il dirigente non si è quindi sottratto dal commentare la proposta “concorrente” avanzata da Mediobanca per Banca Generali, in cambio del pacchetto di maggioranza del colosso assicurativo. L'ops “pensa di cancellare il brand - ha spiegato il manager. Dobbiamo capire quali siano gli aspetti finanziari ed economici” che ci sono dietro. “Noi siamo diversi nella logica perché noi vogliamo valorizzare brand importanti, non cancellarli. Bisogna capire, in cambio della cancellazione del brand, quali siano i benefit economici e finanziari che ne derivano”, ha aggiunto l’ad, che poi ha rivolto lo sguardo al futuro: “La nostra operazione potrebbe essere premessa per un’operazione ancora più grande”.
Se Lovaglio continua a esprimere piena fiducia, c’è da registrare anche il giudizio di Fitch. Sull’operazione l’agenzia di rating si è espressa in termini poco positivi: “Mps potrebbe essere percepita come una banca più debole e meno specializzata. Inoltre le differenze culturali potrebbero portare all’abbandono del personale e dei clienti. L’integrazione di alcune delle attività più sofisticate e rischiose di Mediobanca richiederebbe un’attenta supervisione”.

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