Siena
Fa discutere la richiesta dell’artista Chiara Tambani rivolta alla Contrada del Bruco, al Comune e al fantino Mattia Chiavassa, di cancellare il soprannome Tambani con cui il rione di Barbicone ha battezzato il suo portacolori nella Carriera di Provenzano 2024.
Il reclamo è stato formalizzato attraverso una lettera indirizzata al sindaco Nicoletta Fabio e ha già suscitato dibattito tra i contradaioli, con molte opinioni critiche nei confronti del caso. Il capitano del Bruco, Federico Cappannoli, ha chiarito la situazione: “Il soprannome dato a Mattia Chiavassa si deve al desiderio di ricordare Carlo Fontani, un grande contradaiolo. Tutto qui, non credo ci sia altro da aggiungere”. Una dichiarazione che getta acqua sul fuoco e che non vuole alimentare polemiche, anche se appare scontato che il Bruco non abbia nessuna intenzione di cancellare quel soprannome.
L’avvocato Gian Domenico Comporti, legale di Chiara Tambani, ha confermato al Corriere di Siena che “per ora è stata inviata solo una lettera” senza riferimenti giuridici specifici, ma il caso si basa sull'articolo 7 del codice civile, che tutela contro l’appropriazione del nome altrui. La possibilità di un contenzioso giudiziario è concreto e potrebbe avere ripercussioni sul Regolamento del Palio e sull'autonomia delle Contrade. Il Comune ha cercato di mediare e conciliare, consapevole della delicatezza della situazione. Del resto, non si può sottovalutare l'importanza di questa vicenda.
Nella sua storia, il Bruco ha battezzato 32 fantini, ognuno dei quali ha contribuito a scrivere una pagina importante di via del Comune. Se il “caso Tambani” dovesse finire in tribunale, si aprirebbe un dibattito senza precedenti, potenzialmente destabilizzante per il delicato equilibrio delle tradizioni contradaiole.
Un eventuale scontro legale non solo metterebbe in discussione il soprannome di Chiavassa, ma potrebbe anche sollevare interrogativi sulla legittimità di molti altri futuri. In un contesto in cui la tradizione, le radici e l’identità sono fondamentali, i contradaioli sperano che venga trovata una soluzione che non impatti sulla storia della tradizione e della Festa. Ma inevitabilmente la controversia continua a suscitare emozioni forti e a far riflettere sulla necessità di tutelare i diritti individuali senza compromettere l'eredità collettiva del Palio.
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