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Siena

Drappellone di Riccardo Manganelli, trionfano grazia e amore

In un contesto così complicato il Palio resta il toccasana che fa bene al cuore e alla mente. Il colore terra di Siena il filo conduttore della pittura

Sonia Maggi

27 Giugno 2025, 05:00

Drappellone 2 luglio 2025

Il Drappellone di Manganelli

Accolto alla grande il drappellone di Riccardo Manganelli che ieri sera ha vissuto l’emozione del pittore-contradaiolo, protagonista assoluto nella creatività che onora Siena e la sua Festa.

Non poteva essere altrimenti perché quel drappellone, ancor prima degli effetti dell’armonia stilistica capta la nostra benevolenza verso l’intensità dell’amore, della passione e del sentimento che Manganelli ha tradotto in quest’opera costata un lungo periodo di studio e lavoro. Lui è un ingegnere che si divide fra la robustezza della tecnica e la soavità dell’estro creativo mostrandosi padrone della sua cifra stilistica.

Trionfano grazia e amore in questo cencio del 2 luglio 2025 che arriva in un anno tribolato, ferito da avvenimenti che hanno messo e mettono a dura prova la reazione emotiva di tutti noi e rendono ancora più incerto il futuro. Ebbene, in un contesto così complicato il Palio resta il toccasana che fa bene al cuore e alla mente, che riconduce i senesi entro spazi conosciuti e ben definiti dove la Festa rappresenta “il trionfo della vita sulla morte”, come ha scritto l’antropologo Alessandro Falassi nel suo celebre libro “La terra in Piazza”.

E proprio la terra di Siena, come del resto lo stesso artista aveva annunciato nelle interviste precedenti alla presentazione del drappellone, costituisce il filo conduttore di questa pittura dove domina il giallo del tufo polverizzato e crettato dal sole, in contrasto con il dolce e roseo incarnato dei putti che con grazia e dolcezza sorreggono il simbolo della cultura per eccellenza: un libro. A sottolineare la dedicazione dei 500 anni dell’Accademia degli Intronati.

La Madonna di Provenzano campeggia nella parte alta del drappo, il suo sguardo materno vigila sul popolo di Siena e lo protegge mentre nella parte bassa del cencio il pittore rappresenta la sintesi della carriera, la testa di un cavallo e le mani alzate dei contradaioli nell’eccitazione della corsa. Questo Palio mette tutti d’accordo e non lascia spazio nemmeno a banali rivendicazioni dei colori, anzi, caso mai Manganelli, nicchiaiolo da generazioni, ha usato tinte che rimandano alla contrada rivale sgombrando il campo da eventuali “appropriazioni indebite”.

Cosa porterà questo drappellone? Gioia, in una sola contrada alla fine. Ma per ora il cencio fa sognare dieci popoli.
La Festa è cominciata, da questo momento Siena con il suo popolo, protagonista assoluto del Palio, ha iniziato una nuova indimenticabile avventura: ci si prepara a sfidare la sorte anche se il fato alla fine vince sempre e comunque.
Il drappellone di Riccardo Manganelli è stato presentato dallo storico Giovanni Mazzini che ha elogiato l'’opera dell’artista: “Manganelli ha dato prova di una perizia grafica pienamente evoluta”. “Un drappellone dalla grande forza espressiva declinata però nelle forme di una grazia figurativa sorprendente. E’ un dipinto che parla da sé, che tocca il cuore e commuove ancor prima di saziare l’occhio con l’estetica”. E poi si sofferma sugli stemmi delle contrade partecipanti al Palio che campeggiano sulla seta e mostrano tutta la loro portata innovativa grazie al talento del bravo fumettista.

Il suono delle chiarine ha richiamato nell’Entrone un numero impressionante di spettatori assillati dall’afa insopportabile. Sarà un Palio davvero caldo, come caldo è stato l’abbraccio che Siena ha riservato a questo drappellone, dal contenuto semplice e immediato, magari meno talentuoso di altri del passato, ma di sicuro carico di senesità.

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