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La Festa

Palio di Siena, il 1 luglio tra storia e miracoli: Provenzano, la Prova Generale e il cuore della città

La città ricorda un evento prodigioso che ha segnato la devozione per la Madonna di Provenzano e la nascita di uno dei suoi luoghi simbolo

Andrea Bianchi Sugarelli

01 Luglio 2025, 05:09

Madonna di Provenzano

La Madonna di Provenzano

A Siena il 1 luglio è una data che unisce passato e presente, sacro e profano. Non è soltanto la giornata della Prova Generale, è anche il giorno in cui la città ricorda una storia straordinaria legata alla Madonna di Provenzano, figura centrale per la fede popolare senese.

Nel 1594, proprio il 1 luglio, accadde un fatto che cambiò il volto della devozione in città. Mentre alcuni uomini stavano addobbando il tabernacolo della Madonna di Provenzano per la festa della Visitazione, una donna del rione, Giulia di Orazio, nota per la sua vita difficile ai margini della società, si lasciò andare a parole di scherno e bestemmie contro la statuetta venerata. All’improvviso, colta da un forte pentimento, si mise a invocare la Vergine chiedendo perdono. Il giorno dopo, Giulia si svegliò completamente guarita da una malattia che la tormentava da tempo: la notizia del miracolo si diffuse rapidamente e accrebbe la fama dell’immagine sacra.

Non fu l’unico episodio ritenuto prodigioso. Altri racconti parlano di guarigioni e apparizioni legate alla Madonna di Provenzano: storie che, sulle labbra dei senesi, contribuirono a trasformare una piccola edicola in un punto di riferimento spirituale. All’inizio furono soprattutto le donne del quartiere, spesso di umili origini, ad accendere candele e portare fiori. Poi arrivò il riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa e l’avvio della costruzione di un santuario che potesse accogliere i pellegrini.

Così nacque la Collegiata di Santa Maria in Provenzano, uno dei luoghi più cari alla città, seconda solo al Duomo per importanza. Dal 1611 custodisce la celebre Madonna dei Miracoli, una piccola statua di terracotta rivestita d’argento, oggetto di un culto vivo ancora oggi. La chiesa sorge nel rione che ha dato i natali a Provenzano Salvani, figura leggendaria della storia senese, e rappresenta un simbolo di riscatto in un periodo difficile seguito alla caduta della Repubblica di Siena.

L’interno della Collegiata è un prezioso scrigno d’arte. L’altare maggiore, completato nel 1627, si distingue per l’uso di marmi policromi e per l’edicola centrale che custodisce la Madonna, decorata con un diadema in argento donato dal cardinale Flavio Chigi. Sotto la cupola, il pavimento in marmi racchiude lo stemma mediceo e i simboli delle diocesi dell’antico Stato Senese, mentre negli altari e sulle pareti si trovano opere dei più importanti artisti locali dei Seicento e Settecento: Francesco Vanni, Rutilio Manetti, Bernardino Mei, Dionisio Montorselli.

Tra le curiosità, la Collegiata ospita due bandiere storiche: una conquistata ai Turchi durante la battaglia di Vienna del 1683, l’altra proveniente dalla Fortezza medicea, a testimonianza dei profondi legami tra storia militare e devozione religiosa. Al suo interno si conservano anche oggetti unici, come l’organo seicentesco e arredi lignei di Agostino Fantastici.

Ancora oggi, il 1 luglio la città si riunisce attorno a Provenzano, tra riti religiosi e fermento paliesco. È un momento che racconta quanto Siena sappia custodire la memoria e intrecciare le sue storie, facendo convivere miracoli, arte e tradizioni secolari.

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