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L'intervento

Palio di Siena e fronteggiamenti tra contradaioli, Martinelli difende la mediazione dei Vigili Urbani

L’ex rettore del Magistrato delle Contrade scrive al giudice Cerretelli: “Gestione non passiva, ma scelta responsabile e condivisa”

Andrea Bianchi Sugarelli

11 Luglio 2025, 10:09

Roberto Martinelli

Fronteggiamenti, interviene Roberto Martinelli

Roberto Martinelli, avvocato, ex rettore del Magistrato delle Contrade e già priore della Chiocciola, interviene sulla sentenza del Tribunale di Siena che ha condannato alcuni contradaioli per rissa e resistenza dopo i fronteggiamenti del Palio 2018. In una lettera aperta al giudice Cerretelli, resa pubblica sullo storico portale Sunto1.biz di Sergio Profeti, Martinelli riflette sul comportamento dei Vigili Urbani e sulla gestione della sicurezza durante la Festa, tema che continua ad animare il dibattito cittadino.

Martinelli, già intervenuto nei mesi scorsi con analisi e commenti sulla vicenda, torna a sottolineare la necessità di un approccio più attento e consapevole verso il Palio, fenomeno unico per storia e valore sociale. L’ex rettore evidenzia come la logica severa della sentenza abbia trascurato le peculiarità di fatti e comportamenti che sono propri della Festa, rischiando di giudicare con i parametri di contesti molto diversi.

Nella sua lettera aperta, si sofferma sulla gestione della Polizia Municipale durante i fronteggiamenti, criticata nel dispositivo come “passiva”. “Egregio signor Giudice – scrive – nella sentenza n. 86/2025 lei ha espresso valutazioni negative anche sul comportamento del Corpo dei Vigili Urbani di Siena. Secondo lei le Guardie comunali sarebbero state passive, cercando di conciliare le parti e contenendo la situazione senza ricorrere a strumenti difensivi come manganelli, spray urticanti e manette”. Martinelli respinge questa immagine: “Non ho notizia che qualche Vigile Urbano sia stato volontariamente colpito; qualche ondeggiamento collettivo può esserci stato e qualche cappello può anche essere caduto, ma il tutto è durato circa dieci minuti, tra momenti di quiete e il passaggio di cavalli e contradaioli. Dopo di che, come sempre, tutto è finito senza strascichi”.

Per l’ex rettore, l’utilizzo di strumenti di forza avrebbe solo aggravato la tensione. “A cosa sarebbero serviti i manganelli? Non certo a rendere la situazione più gestibile, anzi avrebbero potuto aumentare la nervosità generale. I fronteggiamenti del Palio non sono paragonabili agli scontri delle curve calcistiche, dove le parti sono attrezzate per il conflitto. Qui si tratta di altro”. Martinelli spiega che la gestione “diplomatica” dei Vigili è frutto di una prassi consolidata e condivisa, riconosciuta anche dai contradaioli: “I Vigili sanno come comportarsi nell’immediato dopo-Palio e i contradaioli conoscono bene le loro funzioni e comportamenti. Non c’è alcuna volontà di impedire o ostacolare l’operato del pubblico ufficiale, né da parte dei contradaioli né da parte dei Vigili c’è condotta passiva, ma al contrario un atteggiamento responsabile per impedire che la situazione degeneri”.

Martinelli invita così a non sottovalutare la storicità e la complessità del Palio: “L’azione diplomatica non viene decisa di volta in volta, ma è stata pensata e affinata nel tempo come la più idonea per indirizzare positivamente le situazioni. Questo comportamento è conosciuto e accettato dai contradaioli, che perciò mostrano rispetto per i Vigili Urbani”.

L’ex rettore richiama il valore del dialogo tra istituzioni e contradaioli, e il modello di ordine pubblico che Siena ha costruito nei secoli. Ricorda che il Palio rappresenta una realtà storica e sociale “autonoma”, con una propria regolamentazione riconosciuta anche dalla giurisprudenza. Martinelli cita la sentenza del TAR Toscana del 1989, che riconosce l’ordinamento del Palio come tipico della comunità senese, dotato di una propria autonomia rispetto al diritto statale, e la sentenza del Tribunale di Siena del 1993, che interpreta i fronteggiamenti più come riti di passaggio ed esibizioni di vitalità che come veri episodi di violenza.

“Il Palio è un fenomeno complesso che ha dietro di sé secoli di storia. Le sue specificità vanno considerate, anche da chi è chiamato a valutarne i singoli episodi. Non si tratta di giustificare comportamenti illeciti, ma di comprenderli nel loro contesto per evitare giudizi sommari che non tengano conto della ricchezza e della particolarità di questa tradizione”.

Roberto Martinelli ricorda anche il ruolo delle istituzioni pubbliche senesi nella gestione della Festa, dalla storica assunzione della sua direzione nel 1659 fino alle riforme dei Lorena, che riconobbero la competenza della comunità locale sul Palio. “A Siena esiste una porzione di privilegio che sfugge al diritto statale: la comunità cittadina ha il carattere di una comunità parzialmente autoregolantesi, in cui la personalità degli individui si sviluppa all’interno di formazioni sociali protette”.

L’ex rettore conclude la sua lettera con un invito al giudice e agli osservatori a valutare il Palio nella sua unicità: “Il fenomeno Palio si aspetta legittimamente che chiunque sia chiamato a valutarne l’insieme o alcuni aspetti particolari non ometta di tener conto delle specificità che ovviamente si riflettono nei fatti e nei comportamenti. Anche da questi brevi accenni non si può non riflettere sulla natura e sulle caratteristiche proprie del Palio, i cui effetti da secoli si estendono all’intera comunità cittadina”.

Martinelli difende la scelta della mediazione e della gestione non violenta da parte dei Vigili Urbani come una pratica responsabile, capace di mantenere equilibrio e rispetto in una manifestazione complessa come il Palio di Siena. L’ex rettore e priore di San Marco invita a non applicare modelli rigidi di ordine pubblico, sottolineando che la storia e la comunità senese hanno sviluppato un equilibrio fondato su conoscenza reciproca, autoregolamentazione e rispetto dei ruoli. Il rischio, per l’avvocato Martinelli, è quello di snaturare una tradizione unica e profondamente radicata nella storia cittadina, riducendola a una semplice questione di ordine pubblico da manuale.

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