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La Festa

Palio di Siena, la Carriera di agosto di 200 anni fa: il Granduca Leopoldo II e il mortaretto che scoppiò dopo due giri

Fu preparato un corteo storico sontuoso ma vennero a mancare alcuni cavalli che dovevano trainare un carro

13 Agosto 2025, 06:25

Palio 200 anni fa

Il Palio in Piazza del Campo 200 anni fa

Il Palio d’agosto di duecento anni fa venne corso alla presenza del Granduca Leopoldo II e della sua famiglia e proprio per questi illustri ospiti venne programmato un corteo storico particolarmente sontuoso che attirò un pubblico molto numeroso. Un fatto davvero curioso però rovinò lo spettacolo in quanto vennero a mancare alcuni cavalli destinati a trainare un elegante carro che doveva trasportare la banda musicale che chiudeva il corteo.

Il Granduca Leopoldo II

In mancanza di cavalli non si trovò di meglio che sostituirli con alcuni ragazzi che vennero definiti “tre o quattro birboni scamiciati” i quali assumendo dei comportamenti poco decorosi scatenarono le proteste ed i fischi del pubblico rimasto profondamente deluso da quello che i cronisti dell’epoca bollarono come “atto così bestiale”.

Venendo alla carriera i Signori della Mossa, Luigi Sani ed Alfonso Pieri, in base al sorteggio effettuato nella mattinata del 16 agosto chiamarono nell’ordine: il Leocorno con Brandino; l’Aquila con Vecchio; la Selva con Pesce; la Chiocciola con Figlio di Caino; l’Onda con Caino; la Civetta con Piaccina; il Bruco con Belloccio; la Torre con Ciccina; l’Oca con Bonino ed il Drago con Ciuffetto.

Mancavano all’appello fantini abbastanza noti quali Serafinaccio ed i fratelli Brandani, Cicciolesso e Ghiozzo, sospesi in via d’urgenza dopo il Palio di luglio in cui si resero protagonisti di alcune scorrettezze. La mossa fu caotica fin dalle prime battute per la presenza, nei pressi della partenza, di alcuni soldati di cavalleria che non occupavano i loro consueti posti creando notevoli problemi a fantini, cavalli e mossieri. Data la mossa fu l’Onda, con l’espertissimo Caino, a partire nettamente al comando seguito a distanza dall’Oca e dal Leocorno mentre, al primo San Martino, l’Aquila e la Chiocciola si ostacolarono a vicenda cadendo coi rispettivi fantini, Vecchio e Figlio di Caino, i quali rimasero in pista ad azzuffarsi.

Al termine del secondo giro, con le altre contrade a fare da comparsa, il Palio, già indirizzato verso l’Onda, fu comunque falsato da un fatto clamoroso. L’addetto al mortaretto, infatti, credendo che la carriera fosse finita fece esplodere la cosiddetta bomba, solo Caino continuò a correre mentre sia Bonino che Brandino fermarono i rispettivi barberi che ripresero a galoppare quando ormai l’Onda era irraggiungibile.

Pur correndo praticamente da solo Caino trovò il modo di complicarsi la vita scivolando da cavallo sia a San Martino che al Casato riuscendo comunque a rimontare sul morello maltinto del Bianciardi ed andò a vincere come riporta una cronaca dello storico Bandini: “… l’Oca e l’Onda si contrastarono il Palio, benché l’Onda fu sempre prima… si dà l’accidente che quello della bomba diede fuoco alla bomba alla fine della seconda girata… l’Oca credé finita la carriera e ritenne il cavallo e perse molto tempo, la gente l’avvisò che era la seconda girata e riprese la corsa ma alla terza girata restò solo terza… il Leocorno che fu poi alle costole dell’Onda a vincita di Palio venne secondo… ma l’Onda ebbe a cadere alla voltata di San Martino ed al Casato ma si rimise a cavallo e portò via la bandiera…”

Con questa rocambolesca carriera Niccolò Chiarini detto “Caino”, conosciuto anche come Niccoli, conquistò la sua quattordicesima ed ultima vittoria, conseguita in sessanta partecipazioni dall’agosto 1899 al luglio 1831.

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