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La Festa

Palio di Siena, il miracolo delle Sacre Particole e la Carriera sospesa: fede, mistero e memoria

Il 14 agosto del 1730 il furto sacrilego delle ostie cambiò la storia della città: il Palio venne annullato, il Drappellone custodito dalla Giraffa e le particole restano oggi ancora intatte dopo quasi tre secoli

Andrea Bianchi Sugarelli

14 Agosto 2025, 06:30

Sacre Particole

Papa Giovanni Paolo II a Siena con le Sacre Particole

Nella notte tra il 14 e il 15 agosto 1730, mentre la maggior parte dei senesi partecipava alla tradizionale processione dell’Assunta, la basilica di San Francesco fu teatro di un furto sacrilego. Alcuni sconosciuti si introdussero nella chiesa ormai vuota e rubarono una pisside d’argento contenente oltre 350 ostie consacrate. Il mattino dopo, i frati scoprirono il furto e l’intera città fu scossa dall’indignazione. L’arcivescovo, coinvolgendo tutta la comunità, sospese le celebrazioni, incluso il Palio dell’agosto di quell’anno, e invitò a pregare per riparare l’offesa.

La sospensione della Carriera non fu una decisione ordinaria. La corsa di agosto del 1730 sarebbe stata una delle cosiddette “carriere di ritorno”, organizzata dalla contrada della Selva, vincitrice a luglio. Ma la gravità del gesto sacrilego portò le autorità religiose e civili a privilegiare la preghiera e il digiuno, rinunciando per una volta alla corsa in Piazza del Campo.

Intanto la ricerca delle ostie rubate coinvolse tutta Siena. Tre giorni dopo il furto, il 17 agosto, un giovane chierico trovò casualmente le particole abbandonate nella cassetta delle offerte della chiesa di Provenzano. Le ostie, sporche e coperte di polvere, furono ripulite, riconosciute e restituite a San Francesco in una solenne processione che vide la partecipazione di tutta la città.

Il Drappellone del 1730 custodito nella Giraffa

Da qui inizia la storia straordinaria delle Sacre Particole di Siena. Contrariamente a quanto avviene normalmente, le ostie consacrate non vennero consumate, probabilmente per motivi igienici, ma furono conservate per ricordare l’evento. Passarono gli anni e, con sorpresa di chi le esaminava, le particole non mostravano segni di deterioramento. Nel corso dei secoli subirono varie ispezioni: nel 1780, nel 1854, nel 1914 e ancora in tempi recenti, sempre con esiti identici. Le analisi chimiche e fisiche hanno confermato che le particole, di pane azzimo, risultano ancora fresche, prive di alterazioni e senza tracce di decomposizione, al contrario di quelle non consacrate sottoposte a confronto che si deteriorano rapidamente.

Ad oggi rimangono oltre 220 ostie, custodite nella cappella del miracolo nella basilica di San Francesco, oggetto di devozione e di studio. Il prodigio ha resistito a guerre, cambi di destinazione della basilica e persino a un secondo tentativo di furto avvenuto nel 1951. La loro conservazione è stata riconosciuta anche da Pontefici e santi: tra i tanti, san Giovanni Paolo II vi si recò in visita nel 1980, sostando in preghiera davanti alle Sacre Particole.

Il furto sacrilego e la mancata corsa del Palio del 16 agosto 1730 hanno lasciato una traccia nella memoria collettiva della città. Un particolare interessante riguarda il Drappellone di quell’anno, che doveva essere assegnato dopo la Carriera, ma che non fu mai disputata. Oggi è conservato dalla Contrada della Giraffa, benché non figuri tra i Palii vinti dal rione di via delle Vergini. Le ragioni di questa custodia sono ancora in parte misteriose, ma si pensa che il Cencio, inizialmente dedicato alla Madonna di Provenzano, sia stato affidato alla Giraffa in un secondo momento.

Nonostante siano trascorsi quasi tre secoli, il miracolo delle Sacre Particole continua a rappresentare per Siena un simbolo di fede, identità e mistero, intrecciando la storia religiosa a quella civile e mantenendo vivo il legame tra la città, il Palio e la memoria di un evento che ha attraversato i secoli.

 

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