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La Festa

Palio di Siena, il tufo delle incognite: capitani alla battaglia tra storia e numero 4

I pronostici sono molto complessi e le sorprese dietro l’angolo. Ma l’attesa stavolta ha il forte sapore di una carriera indimenticabile

Andrea Bianchi Sugarelli

16 Agosto 2025, 05:15

Piazza del Campo Palio

Palio, Piazza del Campo dall'alto

E’ un Palio dell’Assunta ricco di incognite, colpi di scena, cambi di monta e curiosità che si intrecciano alla storia dei dieci rioni. E’ anche una Carriera caratterizzata dal numero quattro: il Valdimontone al quarto Palio consecutivo e quattro contrade estratte per via della squalifica della Torre. Con il numero di coscia 4 è Zenis, uno dei cavalli più forti del lotto e con il numero d’orecchio 4 è Diamante Grigio, barbero al debutto che piace molto agli addetti ai lavori, ma che ieri è stato protagonista di un Casato troppo forte che ha portato all’infortunio del fantino Brigante costretto al forfait. Guardiamo insieme le dieci contrade di questa Carriera dell’Assunta e i loro aneddoti più famosi.

La Pantera (con il barbero Viso d’Angelo e Velluto) di capitan Franco Ghelardi non vince dal 2006. Ha in Campo anche la nemica che può condizionare la Carriera. Il rione di Stalloreggi è conosciuto anche come Grattapassere. Il soprannome era quello di un fantino che, pur non essendo particolarmente bravo nelle corse, era molto simpatico ai panterini, probabilmente anche grazie al suo soprannome allusivo e scherzoso, che lasciava intendere una certa fama da seduttore. Nel 1930 fu scelto per correre il Palio, non tanto per le sue reali capacità, quanto per il suo carattere e la sua simpatia. Ancora oggi, il suo nome è ricordato più per il soprannome spiritoso che per i risultati ottenuti.

La Tartuca di capitan Niccolò Rugani (Entu de P. Ulpu e fantino Amsicora) ha avuto in sorte un cavallo debuttante e ha trionfato l’ultima volta nello storico Straordinario del 20 ottobre 2018. La contrada di Castelvecchio avrebbe avuto origine nel 1516 dall’unione della Compagnia Militare urbana di Porta all’Arco e di quella suburbana di Sant’Agata; già nei secoli XV e XVI i suoi abitanti partecipavano a feste e giochi sotto l’emblema della tartaruga. Storicamente legata ai colori giallo e nero e protagonista di una forte rivalità con la Chiocciola, la Tartuca ha vissuto cambiamenti di colori e importanti vittorie, tra cui due "cappotti" e l’adesione al Tono con Oca, Nicchio e Onda. Nel 1885 fu fondata la Società di Mutuo Soccorso Castelsenio.

Il Drago, con capitan Jacopo Gotti, può contare sull'ottimo barbero, Zenis e la monta di Tempesta già vittorioso nel 2018. L’ultima vittoria risale al 2022. Per molti è la contrada di Lorenzo Fabbri, detto "Pappìo", storico barbaresco e anima del rione nel Novecento, famoso per il suo attaccamento alla contrada e le sue trovate ingegnose, come un beverone segreto per i cavalli. La sua passione lo portò a compiere gesti eclatanti, anche a costo di problemi familiari, e ad amare in modo speciale il cavallo Folco, protagonista delle vittorie del Drago nel 1938 e 1945.

Il Bruco (ultima vittoria nel 2008) ha dovuto cambiare in corsa l’accoppiata dopo il forfait di ieri di Carlo Sanna detto Brigante. Ci sarà Mattia Chiavassa detto Tambani sul potente debuttante Diamante Grigio. Il capitano Federico Cappannoli guida la Contrada a cui è stato assegnato il titolo di "Nobile" per il valore dimostrato dalle sue milizie nel 1369 e per aver guidato la rivolta popolare del 1371, che portò al potere il "Monte del Popolo". La sommossa, anticipando di sette anni il tumulto dei Ciompi di Firenze, è considerata il primo rilevante movimento proletario italiano. Il Bruco lega da sempre il suo nome alla storia sociale e politica di Siena.

Turbine su Ungaros è l’accoppiata della Giraffa di capitan Guido Guiggiani che non vince dal 2019. Il rione di via delle Vergini è pieno di storia e di aneddoti. Nel Palio straordinario del 1967 il Drappellone, dipinto da Bruno Marzi, fu rubato la notte prima da un gruppo di goliardi bolognesi, costringendo il Comune di Siena a esporre sul Carroccio il solo bozzetto. La Giraffa vinse la Carriera con Tristezza e Topolone, festeggiando solo con il piccolo bozzetto tra molte polemiche. I goliardi, dopo aver confessato lo scherzo, furono invitati dai contradaioli a restituire il Drappellone in un luogo concordato e ad allontanarsi rapidamente dalla città. Oggi, sia il Cencio originale sia il bozzetto sono conservati nel museo della Giraffa.

L’Aquila è la contrada nonna che vuole lasciare la cuffia e tornare alla vittoria che manca dal 1992. Ha una accoppiata che piace molto con Virgola sul potente Diousu de Campeda. Capitan Duccio Carapelli è determinato e guida il rione che ha una storia epica con origini nel XV secolo dalla fusione di compagnie militari. Ottenne il titolo di “nobile” per l’accoglienza riservata all’imperatore Carlo V, sperando nel suo sostegno all’indipendenza senese. Dopo un periodo di inattività, rientrò nelle corse del Palio nel 1718 e l’anno successivo vinse la Carriera di cui conserva ancora oggi il Drappellone più antico. La contrada ha sede nello storico palazzo Nastasi ed è gemellata con la città de L’Aquila dal 1955.

Il Leocorno di capitan Marco Minucci è la prima contrada estratta per questo Palio. Ha sicuramente l’accoppiata favorita con il re della Piazza Tittia e il barbero Diodoro entrambi vittoriosi nel luglio scorso nell’Oca. L’ultimo successo risale al 2022. Il rione di Pantaneto detiene il record della più lunga astinenza, durata ben settantadue anni tra il 1704 e il 1776, ma nell’Ottocento si riscattò con undici vittorie. Ha cambiato più volte nome tra Unicorno e Leocorno, stabilizzandosi solo nel 1902. Nel Novecento si distingue anche per il maggior numero di partecipazioni alle Carriere e per la frequenza con cui è stata estratta.

L’Onda con Veranu e il fantino Grandine vuole sfruttare ogni possibilità. Lo sa bene Alessandro Toscano che vuole centrare il suo terzo successo da condottiero di via Duprè dopo il 2017 e lo scorso anno. E’ la contrada del grande Antonio Minutelli detto Tono, figura centrale nel primo Novecento e tra i fondatori del patto Tono, che segnò gli anni Trenta del Palio. Abile stratega e scopritore di fantini, riuscì con uno stratagemma a far montare il suo protetto Sgonfio su Giacca, portando la vittoria all’Onda dopo ventisei anni. La sua astuzia contribuì in modo decisivo ai successi della contrada.

Tra i super favoriti di questo Palio dell’Assunta c’è la Civetta di capitan Roberto Papei che, pur avendo l’avversaria in Campo con la migliore accoppiata, arriva fra i canapi con grandi motivazioni grazie a Scompiglio e Benitos. L’ultimo successo risale al 2014. Pochi giorni fa il fazzoletto con i colori del rione del Castellare è stato benedetto da Papa Leone XIV. Merito della civettina Camilla Marzucchi che ha percorso a piedi la Via Francigena fino a Roma, trasformando il cammino in un viaggio di rinascita personale. Camilla ha coronato il pellegrinaggio ricevendo la benedizione papale per sé e per tutta la Civetta, dimostrando come il viaggio verso se stessi possa diventare un gesto di appartenenza e condivisione per tutta la comunità.

Non sono da meno le chance di vittoria del Valdimontone che con Gingillo su Anda e Bola sono un’altra delle accoppiate favorite di questa Carriera. Capitan Aldo Nerozzi però tiene i piedi per terra, ma è determinato. L’ultimo trionfo risale al 2012. E’ il rione il cui nome ha una lunga e bella storia. Compare nei documenti storici di Siena già dall’XI secolo, riferendosi inizialmente a un grande monte e alla valle circostante, attraversata dalla Via Francigena. Nel borgo sorto lungo questa via vennero innalzati chiese e ospedali per accogliere i pellegrini. L’emblema della Contrada si è evoluto nel tempo: inizialmente una colonna con una lupa, poi un montone, che dal Settecento campeggia stabilmente sulle bandiere, cambiando da "passante" a "rampante" nel XIX secolo. Lo stemma attuale fu codificato ufficialmente nel 1889 con l’aggiunta di una pezza d’onore concessa da Umberto I di Savoia.

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