Siena
Sopra(a)ttutto. E’ il titolo del Numero Unico presentato oggi pomeriggio dalla contrada del Valdimontone, per celebrare il trionfo del 16 agosto con Giuseppe Zedde detto Gingillo e Anda e Bola: una pubblicazione elegante e dalla copertina minimalista (realizzata dall’artista Serena Fineschi), il cui titolo gioca sul doppio significato, distinto ma al tempo stesso correlato, grazie a quella “a” che riporta sia a una parola che esprime l’identità e la coesione del popolo, che al suo significato intrinseco, ovvero l’essere sopra a tutto, sopra a tutti e soprattutto primi, vittoriosi. “Una vittoria – ha ricordato il priore Alberto Benocci – voluta ed ottenuta, meritata e costruita. Prima si fanno le contrade poi si vince il Palio”.
Un volume prezioso per tutti i contradaioli, che racchiude le immagini e i momenti più emozionanti, un “racconto poetico di ciò che siamo diventati - è stato spiegato durante la presentazione dinanzi alla chiesa della Santissima dai membri della commissione del numero unico – e di dove vogliamo andare, un’opera d’arte contemporanea”. Come detto, la copertina si presenta pulita e minimale ma la fa da padrona, con un bianco “che richiama la purezza, l’infinito del domani, una pagina tutta da scrivere”.
Il titolo dal doppio significato e dall’ambivalenza fonetica costituisce un fil rouge per ogni contenuto e capitolo della pubblicazione (introdotto fa fogli traslucidi), che con una grafica semplice celebra la consapevolezza di un popolo di essere contrada, di sentirsi sopra a tutto, e soprattutto la gioia della vittoria. Al suo interno, un “giubilo di immagini più eloquenti di mille parole”, capaci di catturare i volti e i gesti di chi ha contribuito e reso possibile il trionfo, a partire dal capitano Aldo Nerozzi, il cavallo Anda e Bola e il fantino Gingillo, gli scrittori della pagina decisiva. Poi le penne che raccontano con parole e ritratti la ricchezza di un sentire condiviso. E non manca un pensiero a chi non c’è più.
“Il Numero Unico – ha detto il priore Alberto Benocci – resta sempre, come un gioiello, nelle biblioteche e nei nostri cuori, quando avremo nostalgia lo potremo sfogliare rivedendo come eravamo e rivivendo le emozioni vissute, e il cuore si scalderà. Potrà piacere o no ma rimane qualcosa di molto importante: c’è stato dietro un lavoro eccezionale da parte della commissione, composta da contradaioli di tutte le generazioni, e sono arrivati contributi anche da persone non di contrada che abbiamo ben accolto”.
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