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Consiglio comunale

Siena, l'assessore Giordano preoccupato per il trasferimento della terapia intensiva cardiochirurgica delle Scotte

La presa di posizione nella risposta all'interrogazione di Fdi: "Potrebbe incidere sulla tempestività degli interventi”

Caterina Iannaci

16 Ottobre 2025, 18:52

Giuseppe Giordano

L'assessore Giuseppe Giordano

“Il trasferimento della terapia intensiva cardiochirurgica del Policlinico Santa Maria alle Scotte nel lotto Dea potrebbe incidere sulla sicurezza e sulla tempestività degli interventi”. È la preoccupazione esposta dall’assessore alla sanità del Comune di Siena, Giuseppe Giordano, durante il Consiglio comunale di oggi, rispondendo all’interrogazione del consigliere di Fratelli d’Italia Monica Crociani.

“Il trasferimento è stato deciso dalla direzione generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese come intervento volto a migliorare la gestione del percorso del paziente cardiochirurgico e trapiantato. Resta tuttavia da verificare che tale miglioramento sia effettivo, poiché l’allontanamento fisico dal reparto di cardiologia e la diversa collocazione logistica potrebbero incidere sulla sicurezza e sulla tempestività degli interventi”.

“Premetto – ha chiarito l’assessore – che la mia risposta tiene conto delle spiegazioni fornite dalla stessa Direzione generale, poiché l’oggetto dell’interrogazione attiene a un atto interno di gestione. L’Unità operativa complessa (UOC) Anestesia e rianimazione cardiotoraco vascolare è una struttura complessa del dipartimento omonimo che accoglie pazienti post-operatori prevalentemente cardiochirurgici e di chirurgia toracica, nonché pazienti sottoposti a trapianto di cuore o di polmone. La struttura consta attualmente di sette posti letto, un numero insufficiente a garantire la domanda sia nel percorso elettivo che in quello dell’emergenza-urgenza. Il trasferimento della terapia intensiva nel nuovo setting del lotto Dea rappresenta, secondo la direzione aziendale, un miglioramento nella gestione del percorso del paziente cardiochirurgico e di quello trapiantato sotto diversi punti di vista. L’ampliamento del numero dei posti letto consentirà una migliore programmazione degli interventi elettivi, riducendo i rinvii dovuti alla carenza di disponibilità. Considerando un tasso di utilizzo atteso prossimo al novanta percento, il passaggio da sette a dieci posti letto dovrebbe consentire di trattare circa 100–120 casi elettivi in più all’anno, con un incremento di oltre il 30% rispetto all’attuale situazione”.

“Nel nuovo setting del Dea – ha proseguito Giordano – saranno inoltre trasferiti i quattro letti di subintensiva oggi collocati nella degenza cardiochirurgica, che saranno posti sotto la diretta competenza dell’anestesista della struttura. In questo modo sarà garantito un percorso di alta qualità e sicurezza, con una presa in carico del paziente sin dall’immediato post-operatorio e un passaggio graduale dal setting intensivo a quello subintensivo. La dimissione verso la degenza ordinaria avverrà solo dopo la completa stabilizzazione del paziente, alleggerendo così la gestione del reparto e prevenendo situazioni di emergenza. In tutti i reparti del dipartimento cardiotoraco vascolare è garantita la continuità assistenziale h24, sia dal medico di reparto sia dalla guardia interdivisionale. In tutto l’ospedale sono inoltre presenti strumenti di monitoraggio clinico in grado di individuare tempestivamente eventuali segni di deterioramento, con interventi rapidi e coordinati tramite il sistema di emergenza intraospedaliera”.

“Per quanto riguarda invece il collegamento tra il reparto di terapia intensiva del Dea e il blocco operatorio cardiotoracico vascolare – ha osservato Giordano – esso è garantito da un unico ascensore, come avviene già per l’attuale allocazione del reparto. Il reparto di cardiologia dispone di una propria terapia intensiva (UTIC) con medico di guardia dedicato e la collaborazione tra anestesia e cardiologia è assicurata da consulenze h24 e da percorsi codificati per l’attività di Emodinamica e UTIC. Se è vero che l’aumento dei posti letto può rappresentare un vantaggio, l’idea che ciò comporti automaticamente un incremento dell’attività mi sembra piuttosto ottimistica. Il prolungamento della degenza tra terapia intensiva e subintensiva lascia pensare che la corsia ordinaria non potrà garantire lo stesso livello di sicurezza, venendo privata dell’adiacenza fisica e operativa con il cardioanestesista. Oggi questa prossimità consente un controllo diretto e immediato, con possibilità estese di supporti vitali avanzati: domani, con piani e ascensori di mezzo, non sarà più così. Ascensori che, dallo stesso Direttore generale, sono stati poco tempo fa definiti obsoleti ed esposti ad atti vandalici”.

“La separazione fisica dalla cardiologia – ha concluso Giordano – rischia inoltre di aggravare alcune difficoltà logistiche: per eseguire una semplice coronarografia sarà necessario attraversare lotti diversi e utilizzare due ascensori, con tempi dilatati e rischi evidenti. In situazioni di emergenza, come un arresto cardiaco o la necessità di un supporto meccanico immediato, tali distanze diventano potenzialmente drammatiche. Sono queste soltanto alcune osservazioni, per cui l’ottimismo e la sicurezza che emergono dalla nota del direttore generale appaiono, alla luce dei fatti, non ancora suffragati da garanzie operative concrete”.

Il consigliere Monica Crociani (Fratelli d’Italia) ha replicato che “come sempre la risposta è molto puntuale e precisa: mi dichiaro quindi soddisfatta. Non sono però soddisfatta di quanto sta accadendo alle Scotte. Ho l’impressione che tutto venga fatto nell’ottica di un risparmio, soprattutto di personale, come sembra emergere dalle scelte della Direzione generale. Aumentare i posti letto significherebbe infatti incrementare anche il personale e garantire percorsi e servizi efficienti, a partire dagli ascensori, che ancora oggi presentano criticità. Mi sembra che lo spostamento non vada nella direzione della tutela della salute dei pazienti, ma risponda invece esclusivamente a logiche di risparmio su personale, strutture e tecnologie. Vedremo come evolverà la situazione: da parte nostra continueremo a vigilare con ancora maggiore attenzione rispetto al passato”.

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