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Siena

Affitti brevi, dibattito sull'eliminazione delle key-box. Federico Taddei (Cia): "Giusto per la sicurezza pubblica e perché tutti devono avere gli stessi adempimenti"

Nuova direttiva del ministero dell’Interno: d’ora in avanti si dovrà effettuare l’identificazione del cliente di persona, de visu

Gennaro Groppa

04 Dicembre 2024, 21:44

Federico Taddei, presidente della Cia di Siena

Federico Taddei (presidente della Cia di Siena)

Chi è titolare di una struttura che rientra nella categoria, che va assolutamente di moda, degli affitti brevi dovrà adeguarsi a quella che è la nuova direttiva che parte dal ministero dell’Interno. Anche in queste strutture d’ora in avanti si dovrà effettuare l’identificazione del cliente di persona, de visu. Ciò significa che vengono praticamente messe al bando le cosiddette key-box, che consentono di entrare in un’attività ricettiva utilizzando dei codici che vengono trasmessi ai clienti in maniera digitale. Ciò non sarà più possibile, d’ora in avanti. “A Siena qualcosa cambierà - afferma Federico Taddei, presidente della Cia, - tuttavia questi sistemi non sono molto utilizzati. Lo sono meno rispetto alle grandi città. Nel nostro territorio capita comunque di incontrare alcune key-box, chi le utilizzava dovrà adesso attenersi alle nuove norme”.

Le strutture dovranno adeguarsi. A breve dalla Prefettura di Siena partirà una circolare che verrà inviata ai Comuni e alla Camera di Commercio. Una circolare nella quale sostanzialmente viene recepita e precisata l’indicazione che arriva dal Viminale, e con la quale si informeranno gli enti interessati di quelle che sono le novità. Sarà poi la Questura a fare i controlli del caso.

Vari sono i motivi alla base di questo cambiamento. Alla base del dispositivo c’è un’esigenza di maggiore sicurezza: chi entra in una struttura ricettiva deve poter essere identificato. E l’identificazione deve avvenire di persona: con le key-box invece l’ingresso avveniva senza che il cliente incontrasse il gestore della struttura ricettiva. C’è, quindi, un motivo di sicurezza alla base della decisione del Viminale, pure in vista dell’ormai imminente Giubileo e della massa di visitatori che sono attesi nel nostro Paese.

E poi c’è una questione di parità di norme tra le strutture ricettive degli affitti brevi e gli hotel, agriturismo e le altre strutture alberghiere. Con i titolari di queste ultime che da tempo reclamano una parità di obblighi e adempimenti.
A Siena gli affitti brevi proliferano da alcuni anni. Il loro utilizzo da parte dei visitatori è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni, e tanti senesi hanno d’altronde aperto delle strutture di questo tipo. Il dibattito sul tema, come noto, è aperto: è più difficile oggi per giovani coppie e per studenti universitari trovare stanze o appartamenti in affitto perché tanti sono entrati nel mercato degli affitti brevi.

Tuttavia a Siena il sistema delle key-box non è diffusissimo. Lo è certamente meno rispetto alle grandi città italiane. A Siena queste strutture vengono spesso gestite in maniera familiare: il titolare quindi incontra di persona i propri clienti.
“A Siena la situazione non cambierà moltissimo, tuttavia quei pochi che utilizzavano le key-box dovranno immediatamente adeguarsi alle nuove indicazioni - afferma Federico Taddei, presidente della Cia di Siena. - Questi sistemi vengono utilizzati esclusivamente da chi fa affitti brevi, mentre alberghi e agriturismo già avevano normative e indicazioni ben precise sull’identificazione di persona dei clienti. Il controllo dei documenti è già da tanto tempo una norma che in alberghi e agriturismo va assolutamente rispettata. Ritengo giusto che la stessa norma debba essere rispettata anche in chi gestisce strutture di affitti brevi”.

Prosegue Taddei: “Il tema rientra nell’ordine e nelle questioni attinenti alla sicurezza pubblica - dice il presidente della Cia di Siena. - La normativa sul tema vigente in Italia era già all’avanguardia a livello europeo, poi negli ultimi anni abbiamo vissuto la novità delle strutture degli affitti brevi alle quali ci si doveva adeguare. Un intervento di questo tipo era auspicabile e auspicato, e così è stato. Poi c’è anche un tema di pari obblighi e di pari doveri per ogni tipo di struttura ricettiva. Si sta procedendo su questa strada e in questa direzione, come era già avvenuto con il codice Cin obbligatorio e con il rispetto della normativa anticncendio per chi è gestore di strutture turistiche con affitti brevi. E’ giusto che tutti abbiano da rispettare identici adempimenti”.

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