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Siena

Siena, migliora la qualità della vita

La classifica di ItaliaOggi e Università La Sapienza posiziona la provincia senese al diciottesimo posto in Italia

Gennaro Groppa

17 Novembre 2025, 07:22

Siena panorama

Il territorio provinciale senese si classifica al diciottesimo posto nel Paese nella classifica sulla qualità della vita stilata da ItaliaOggi. Così facendo guadagna undici posizioni rispetto a quella che era stata la classifica del 2024, quando il territorio senese risultava ventinovesimo in Italia. Due anni fa, invece, il territorio senese si trovava proprio ai piedi della top ten, in undicesima posizione.

Per il territorio senese si tratta comunque di un buonissimo risultato: è infatti in seconda posizione per quel che riguarda i dati regionali dietro a Firenze, che risulta quarta in Italia. Al ventunesimo posto si posiziona Prato, Pisa è ventiquattresima, Lucca è nella posizione numero 31, Livorno sulla 38esima piazza, Arezzo è quarantasettesima.

Anche per quanto riguarda la città aretina, comunque, si tratta di un miglioramento rispetto ai dati registrati negli ultimi due anni: nel 2023 il territorio aretino risultava, secondo ItaliaOggi, al 49esimo posto, nel 2024 era sulla posizione numero 59, e negli ultimi dodici mesi ha dunque guadagnato dodici posizioni.

Complessivamente secondo questa statistica è Milano il territorio provinciale con la migliore qualità della vita in Italia. Al secondo posto c’è Bolzano, terza è Bologna. Poi Firenze, mentre quinta si piazza Monza e poi Trento. Chiudono la top ten Padova, Verona, Parma e Reggio Emilia.

Ciò dimostra e conferma come il nord-est della Penisola domini la graduatoria. Nessuna città del sud del Paese si trova nella prime posizioni della classifica. Che è chiusa da Caltanissetta, mentre in penultima posizione si trova Crotone e nel posto immediatamente più in alto Reggio Calabria, e poi salendo su di posizione in posizione Foggia, Agrigento, Siracusa, Taranto, Catania, Palermo, Napoli.

La classifica di ItaliaOggi – Ital Communications, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, è stilata sulla base di 92 indicatori, suddivisi in nove macro-categorie: affari e lavoro, ambiente, istruzione, popolazione, reati e sicurezza, reddito e ricchezza, salute, sicurezza sociale e turismo e cultura. Alla provincia con il posizionamento migliore vengono assegnati mille punti, mentre zero a quella peggiore. Le 107 province, a seconda del loro punteggio, vengono poi divise in quattro gruppi: buona, accettabile, discreta, insufficiente.

Rispetto al 2024, la media della classifica generale è scesa di 30 punti secondo gli indicatori presi in considerazione. Il nord e il centro restano ai vertici, il mezzogiorno riduce le cadute più profonde, ma non accorcia davvero la distanza. Alcune province del sud, come Cagliari e Lecce, mostrano importanti segni di resilienza. Il quadro che emerge dalla classifica generale è quello di un’Italia con una qualità della vita compressa verso il centro della classifica. Nelle grandi città il ritmo di crescita si è rallentato; sono invece le realtà intermedie – Lucca, Prato, Rimini, Treviso – a muovere la graduatoria, segnando la vitalità diffusa di un tessuto urbano medio che si fa più competitivo.

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