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Siena

La fame di Duccio Marsili: “Lavoro tanto per vincere Mondiale e World Games”

Il 28enne senese è da anni ai vertici internazionali del pattinaggio corsa

Gennaro Groppa

06 Aprile 2025, 08:10

Duccio Marsili

Duccio Marsili

Un 28enne senese è in questo momento campione del mondo in carica nella propria specialità. Si tratta di Duccio Marsili, pattinatore, fisioterapista, contradaiolo del Valdimontone. Ha raggiunto i vertici mondiali della sua specialità: lo ha fatto con tantissima costanza, con abnegazione e sacrificio. Ha iniziato a pattinare a 5 anni, avvicinato da sua mamma a questa disciplina. Che evidentemente gli è subito piaciuta, perché ha proseguito, ed è andato avanti anche quando i risultati non arrivavano. Duccio Marsili non era un predestinato: non era un ragazzo che vinceva tutte le gare anche da giovanissimo. Le cose per lui sono cambiate con il tempo, e con il passaggio alle discipline della velocità, avvenuto nel 2017. Da allora sono passati comunque otto anni. Marsili oggi di anni ne ha 28, e continua a vincere, anche contro atleti più giovani di lui. La sua bacheca e il suo palmares sono adesso impressionanti: tredici titoli europei, quattro titoli mondiali, tre vittorie ai World Games, che sono i Giochi che riuniscono tutte le discipline che non vanno alle Olimpiadi. E a proposito: è un vero peccato che il pattinaggio corsa non sia una disciplina olimpica. E’ un fatto anche difficile da spiegare, francamente, in quanto il pattinaggio su strada è praticato da tanti sportivi e da moltissimi giovani in varie parti del pianeta. E’ uno sport nel quale tutti possono cimentarsi ed è una disciplina diffusa. Meriterebbe il riconoscimento olimpico, che invece ancora non è arrivato. E questo non è un aspetto di poco conto per atleti come Duccio Marsili che sono ai vertici mondiali di questa disciplina. Per il pattinatore senese questa non è infatti una professione, pur essendo lui un campione del mondo. Il pattinaggio corsa non è una disciplina che riconosce il professionismo; lui, quindi, deve allenarsi e al contempo deve lavorare. Meglio, deve riuscire a coniugare gli impegni di lavoro con quelli sportivi di un campione del mondo della sua disciplina. Quest’anno avrà tre impegni importanti, tutti nel 2025: gli Europei e poi uno dopo l’altro i World Games e il Mondiale, questi ultimi due impegni in Cina.

- Duccio Marsili, qual è stata fino a oggi la sua più grande soddisfazione in ambito sportivo?

Per quanto riguarda le gare il mio primo titolo mondiale, in Italia, nel 2023. Fu un’emozione veramente bella, straordinaria. In generale dico che adesso una grande soddisfazione è poter trasmettere messaggi a quei ragazzi che si avvicinano a questo sport.

- Lei come si è avvicinato al pattinaggio?

Fu mia mamma a instradarmi, avevo 5 anni. Lo sport mi piaceva, ero contento. Mi divertivo a pattinare.

- Era un predestinato sin da bambino?

Devo dire che fino ai 10-12 anni andavo bene, ottenevo buoni risultati. Poi tra i 12 e i 15 anni volevo smettere. Le gare non andavano bene, fui vicino ad abbandonare questo sport. Le cose iniziarono a cambiare con il passaggio agli Juniores, quando riuscivo a fare un po’ meglio, senza comunque combinare grandi cose. La svolta l’ho vissuta nel 2017, con il passaggio alla velocità, che era ciò per cui ero effettivamente portato. Da quel momento iniziai a fare tanti progressi.

- Quando ha capito che poteva competere ai massimi livelli internazionali?

E’ una cosa che capisci pian piano, un po’ alla volta. Prima pensi a far bene ai campionati italiani, poi inizi a fare qualche gara all’estero e pian piano prendi consapevolezza nei tuoi mezzi.

- Qual è il segreto di una carriera come la sua che ormai inizia a essere assai lunga?

Non ci si deve mai accontentare. Questo sport è anche una questione di costanza. Io ho vinto un po’ di titoli e potrei anche ritenermi soddisfatto. Invece si deve sempre pensare che c’è un altro traguardo da raggiungere.

- Lei ha vinto anche i World Games, che sono una sorta di “Olimpiadi degli sport non olimpici”: ci racconti quella esperienza.

Gareggiammo negli Stati Uniti d’America. C’era un ambiente particolare e diverso dal solito, anche un clima meno affollato rispetto ad altre gare. Eravamo tanti atleti di molte discipline in un campus, fu una bella esperienza. E’ stata un’esperienza appagante, ci pensavo da un paio di anni prima di quella manifestazione negli Stati Uniti d’America e vorrei riviverla; quest’anno ci sarà un’altra edizione dei World Games, che si terrà in Cina.

- Nel 2025 lei avrà molti impegni agonistici.

Sì, sarà un bel tour de force. A luglio ci saranno gli Europei, ad agosto i World Games in Cina e a settembre i Mondiali, di nuovo in Cina. Vanno organizzati molti impegni e ci si deve preparare al meglio.

- Come riesce a coniugare gli impegni sportivi con gli impegni lavorativi?

Sono un libero professionista, faccio il fisioterapista e questo mi aiuta. Ma ovviamente non è semplice.

- Per quanti anni immagina di poter ancora gareggiare ad alti livelli internazionali?

Mah, non lo so, dicono tutti che sono vecchio (e ride, ndr). Spero di poter essere ancora competitivo per alcuni anni.

- Quali sono i suoi più grandi rivali?

In Italia c’è un movimento importante: pattinatori come Alessio Piergigli e Vincenzo Maiorca sono molto forti, così come lo spagnolo Sebastian Guzman.

- Lo sport le ha dato anche l’opportunità di girare il mondo...

E’ vero, anche se quando vai a fare gare non puoi fare tante uscite da turista. Però sì, il mondo lo vedi. Non sono mai stato in Giappone, mi piacerebbe vederlo: ci andrò da turista.

- Qual è il suo sogno in questo momento?

Voglio pensare solo al 2025: spero di confermarmi e di ben figurare agli Europei, ai World Games e ai Mondiali. Poi passo dopo passo vedrò come sarà il futuro.

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