L'intervista
Francesco Alfatti, due titoli mondiali in cinque anni
Anche Siena in qualche modo ha contribuito alla strepitosa vittoria della nazionale italiana di pallavolo ai Mondiali nelle Filippine che si sono appena conclusi. Il fisioterapista della squadra, infatti, è Francesco Alfatti, che lavora anche con l’Emma Villas, e che ha legato tutta la sua carriera professionale alla città del Palio. Dopo essersi laureato in fisioterapia all’Università di Siena, ha lavorato prima con la Mens Sana, ai tempi della Serie A, per poi accasarsi alla compagine guidata da Giammarco Bisogno. Un successo, tra l’altro, che la nazionale e Alfatti avevano già centrato nel 2022.
Cosa si prova a essere campione del mondo per la seconda volta?
“È stato inaspettato, ho iniziato a realizzare di poter fare qualcosa di grande dopo la partita contro l’Argentina negli ottavi di finale. Abbiamo vinto e ho pensato che potevamo arrivare in fondo, anche se non sapevo il colore della medaglia. Non ho percepito questa sensazione durante il girone, ma poi la fiducia è aumentata, anche perché i ragazzi hanno cambiato marcia.”
Quali sono i momenti che si porterà nel cuore di questa avventura?
“Tutta l’estate che abbiamo passato insieme, con il gruppo e lo staff. Il popolo filippino è stato fantastico, ci ha sempre supportato e riempito di attenzione e calore. Mi porterò nel cuore anche la vittoria con la Polonia, che è stata una liberazione da parte di tutti. E ancora l’ultimo punto che ha fatto Simone Anzani sulla palla alzata da Simone Giannelli, che ha chiuso la finale. Infine il patto tra me e Giannelli. Lui aveva fatto allungare i capelli davanti e in allenamento portava un ciuffetto, che però poi in partita, senza gel, non aveva. Prima del mondiale gli avevo detto che se vincevamo il mondiale la premiazione l’avrebbe dovuta fare con il ciuffetto, lui è stato d’accordo e infatti nelle foto delle premiazioni si può vedere bene che lo portava, è stata una cosa simpatica.”
È sempre difficile ripetersi eppure questa squadra ci è riuscita, qual è stato il segreto?
“Il segreto è stato il gruppo, sono dei ragazzi fantastici. Nonostante l’infortunio di Daniele Lavia, che ha scosso tutti, perché è un giocatore importante, i ragazzi si sono compattati ancora di più. Sono venuti fuori giocatori come Mattia Bottolo e Giovanni Gargiulo, che erano al loro primo mondiale. Dai quarti di finale in poi il gruppo ha fatto la differenza sul piano fisico, pallavolistico e mentale, non ce n’era per nessuno.”
Com’è lavorare a stretto contatto con il ct Ferdinando De Giorgi?
“Lavorare con Fefè De Giorgi è bellissimo, è una persona che rispetta molto i ruoli, è molto competente. Dà tanto ma pretende anche tanto. Mette delle regole ben precise all’interno del gruppo di lavoro, anche a livello comportamentale. È un’esperienza importante da vivere, ti fa crescere di giorno in giorno. Quando si vogliono ottenere risultati a un certo livello bisogna avere una cura del dettaglio importante, non si improvvisa nulla.”
Com’è nato il suo rapporto con la nazionale?
“Ho ricevuto una chiamata nel 2021. La nazionale all’epoca era allenata da Gianlorenzo Blengini che faceva le Olimpiadi a Tokyo, quelle spostate di un anno per il Covid, ma poco dopo ci sarebbe stato l’Europeo e sarebbe nata una nuova nazionale guidata da De Giorgi con un altro gruppo di giocatori. Siccome i fisioterapisti della nazionale erano a Tokyo c’era bisogno di altre figure per lavorare con la nuova squadra e quindi sono stato contattato per questo. Ho iniziato così.”
Quanto è difficile lavorare con atleti a questo livello?
“Paradossalmente è molto più semplice, perché sono dei professionisti incredibili che si conoscono alla perfezione. È più facile perché sanno come gestire le problematiche e in qualche modo ti guidano un po’ loro. Non è semplice lavorare bene nelle dinamiche di gruppo, con la squadra e lo staff, perché stai tre o quattro mesi fuori con persone con cui condividi tutto, dalla colazione alla cena, e si deve creare un rapporto di fiducia e di leggerezza. Passare quattro mesi insieme se c’è pesantezza diventa difficile.”
Quanto è stata importante Siena per la sua formazione?
“È stata fondamentale, se non fosse stato prima per il basket con la Mens Sana e poi per l’Emma Villas, che mi ha fatto entrare nel mondo della pallavolo, non mi avrebbero mai proposto la nazionale italiana. Quindi è stata importantissima.”
Com’è stata vissuta dall’Emma Villas questa sua vittoria?
“Ci sentivamo spesso con il presidente Giammarco Bisogno, mi scriveva sempre dopo le partite. Mi ha scritto anche il direttore sportivo Fabio Mechini, dopo la vittoria è stato fatto un post sulla pagina Facebook. A breve rientrerò con loro con il primo allenamento, perché mi sono preso qualche giorno dopo il mondiale, però mi hanno contattato subito per farmi i complimenti, c’è stato tanto affetto.”
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