Calcio
Igor Tudor, panchina in bilico
Un'avventura sempre in bilico quella di Igor Tudor alla Juventus, che rischia di finire nel peggiore dei modi: dopo il ko per 2-0 con il Como il mister croato è finito nel tritacarne della critica e sotto osservazione da parte della dirigenza. Rapporti definiti gelidi con l'ad in pectore Damien Comolli, già prima del match coi lariani, e la prima girandola di nomi di potenziali sostituti.
L'esonero è diventato un'opzione per la società torinese: Tudor era stato confermato in estate più per necessità che per voglia. C'era di mezzo il Mondiale per Club e si voleva dare un attimo di continuità dopo il finale di stagione in crescendo che ha condotto alla qualificazione in Champions. I nomi cercati erano quelli di Conte e Gasperini: il primo sembrava vicino poi ha rinnovato col Napoli, il secondo avrebbe declinato dopo una presunta telefonata di Comolli che gli avrebbe chiesto "un motivo per sceglierlo come allenatore della Juve".

Igor Tudor in allenamento
Confermato forse a malincuore, il cammino nel Mondiale e l'inizio di campionato avevano fatto ben sperare poi qualcosa si è inceppato, sia a livello di rapporti che di risultati. Tudor non avrebbe gradito l'arrivo dell'australiano Darren Burgess, come nuovo performance manager, definito "quel signore là". E nell'ultima conferenza stampa è arrivata una frecciata alla dirigenza, commentando la possibilità avuta dall'allenatore del Como di poter scegliere i giocatori: un'accusa indiretta probabilmente al mercato, in parte forse non condiviso (cessione di Alberto Costa, titolare designato, per Joao Mario, che non viene considerato tale, Openda, Zhegrova). Tudor aveva chiesto 2-3 elementi di livello per il salto di qualità, specialmente a centrocampo, nonchè la conferma di Kolo Muani, ma la campagna acquisti juventina, come noto per le tensioni finanziarie in atto, non lo permetteva.
Il deludente ko di Como ha fatto il resto: mercoledì c'è il Real Madrid al Bernabeu, dove una sconfitta può essere messa sul conto (ma no a figuracce) e poi la Lazio, a Roma. Lì Tudor si gioca la panchina.
Il primo nome, che piace anche ai tifosi, è quello di Spalletti. Reduce dal deludente percorso in nazionale, sarebbe l'uomo di esperienza e qualità per far partire un ciclo votato al bel gioco. Ma la squadra non è forse congeniale alle sue esigenze tattiche e l'ingaggio, non banale, si accoderebbe a quello di Motta (esonerato ma ancora sotto contratto) ed eventualmente di Tudor. E non verrebbe mai a fare il traghettatore.

Spalletti ai tempi del Napoli
Il profilo più probabile se sarà esonero è Raffaele Palladino: ex Juve, giovane, rampante, apprezzato e ben conosciuto dal direttore tecnico Modesto, viene da una stagione positiva a Firenze, dove però ha subito molte critiche (anche se adesso con Pioli le cose vanno molto peggio). Accetterebbe anche un contratto ponte fino a giugno con opzione.

Raffaele Palladino
C'è infine anche Roberto Mancini fra i papabili. Esperto, juventino fin da giovane, di carattere, saprebbe adattarsi alla nave in corsa dando qualità e pragmatismo. Ma, come Spalletti, non vorrebbe fare il traghettatore e viene dai contratti faraonici in Arabia: la Juve non sarebbe disposta a investire cifre altisonanti, preferendo pensare con calma a giugno a chi affidarsi.

Roberto Mancini allenatore della nazionale italiana
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