Chiusi scappa ma poi si spaventa: alla fine è gioia San Giobbe

La San Giobbe sabato sera ha conquistato una vittoria con il Loreto Pesaro (62-58) al termine di una partita non brillante: è stata una prova di resistenza, emotiva prima ancora che tecnica. L’avvio da incubo, con uno 0-10 che gela il palazzetto di casa, rivela una fragilità ormai abituale nei primi minuti. Ma proprio da lì nasce la reazione, un lento rialzarsi costruito su difesa, rimbalzi sporchi e qualche lampo che restituisce ossigeno. Il secondo quarto ha provato a indirizzare la serata: Pesaro si inceppa, la San Giobbe trova un equilibrio minimo e allunga quanto basta per presentarsi all’intervallo con un margine rassicurante. Eppure è una superiorità che non convince: i Bulls non trasmettono mai la sensazione di possedere la gara, come se il vantaggio fosse più frutto degli errori altrui che di un proprio controllo maturo.

Nella ripresa questo limite è emerso con chiarezza. La San Giobbe è salita anche a +15, ma senza mai cambiare passo, senza quell’istinto predatorio che chiude una partita quando l’inerzia è dalla tua. Così Pesaro è rimasto aggrappato alla sfida, pur faticando a trovare ritmo e soluzioni, in una partita ruvida, a punteggio basso, dove ogni possesso pesa e ogni incertezza rischia di diventare svolta. Il finale è la sintesi perfetta: blackout dei padroni di casa, marchigiani che risalgono fino al -1 con la tripla di Valentini, e il Palaestra che trattiene il fiato. Lì la differenza l’ha fatta la leadership, con Raffaelli che ha preso in mano la squadra e in penetrazione ha firmato il sorpasso definitivo. Rasio ha completato dalla lunetta, ma il senso della gara è tutto nel gesto del capitano.