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La scelta

Emergenza Gaza, farmacia comunale di San Gimignano dice stop ai prodotti israeliani. Scoppia la polemica

Non tutti i cittadini sono d'accordo. Il Partito Liberaldemocratico: "Atto che sfiora l'indecenza"

Caterina Iannaci

24 Agosto 2025, 13:30

San Gimignano

Lo skyline di San Gimignano

Il Comune di San Gimignano, attraverso la propria Farmacia Comunale, ha deciso di aderire alla campagna di boicottaggio nei confronti delle aziende israeliane coinvolte nel conflitto in Palestina. Una decisione forte e che fa adesso discutere.

“La scelta – spiega il Comune – nasce in risposta all’appello promosso dal Forum per la Pace della Val d’Elsa all’interno di una strategia di pressione economica non violenta, che si propone di incidere sui comportamenti delle imprese e, indirettamente, sui governi da esse sostenuti, attraverso il riorientamento delle scelte di consumo. In particolare, la Farmacia Comunale di San Gimignano si impegnerà a sostituire, laddove possibile, i prodotti farmaceutici realizzati da aziende israeliane con equivalenti di altre marche, mantenendo invariata la qualità del servizio e la disponibilità dei medicinali ai cittadini”.

“Il provvedimento – ancora l’ente Comunale – intende anche richiamare l’attenzione sulla grave emergenza umanitaria che colpisce la popolazione civile di Gaza, privata di beni essenziali come farmaci, acqua e cibo. Con questo atto l’amministrazione comunale ribadisce il proprio sostegno a forme di cooperazione pacifica e il proprio impegno a promuovere azioni coerenti con i principi di responsabilità sociale e solidarietà internazionale.”

Cittadini divisi, non sono mancate critiche pubbliche all’iniziativa. Pamela Fatighenti, membro della Segreteria nazionale del Partito Liberaldemocratico attacca: “Leggere certe notizie fa davvero rabbrividire. Com’è possibile che un’amministrazione comunale arrivi a vietare la vendita di farmaci israeliani nelle farmacie comunali? È un atto che sfiora l’indecenza. Ogni cittadino dev’essere libero di scegliere se acquistare o meno un prodotto, ma un’amministrazione non può fare propaganda sulla pelle dei malati. Una decisione del genere meriterebbe di essere segnalata alle autorità competenti”.

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